È arrivata la Primavera, e con essa, un “lavoro” stagionale da effettuare: tagliare l’erba in giardino. Non avendo i Giardini della Venaria Reale, per fortuna per me si tratta di un lavoro che non occupa molto tempo. Eseguo questo lavoro da solo, anche perchè nella mezzoretta abbondante riesco a staccare la mente, respirare aria buona ed è in questi momenti che nascono le buone idee.
Mentre tagliavo l’erba, mi sono alzato e il mio sguardo si è soffermato sulla siepe. Così, mi è venuta in mente un’analogia fra un “atto” che viene effettuato per la cura delle piante e il rapporto di amicizia.
Molte persone potrebbero pensare al giardino come ad un insieme di elementi da etichettare: fiori (margherite, tulipani, erba matta), alberi da frutto (meli, peri,..), sempreverdi (pini, erica, ecc): non è questo un metro di paragone che voglio usare.
Altri potrebbero guardare alla lunghezza delle piante nel giardino, ai tipi di frutti, alla grandezza delle piante, al fatto che nascano spontanee e in altri casi vengano nutrite e coccolate da qualcuno; potremmo guardare quanto sono “resistenti” alle intemperie (se si piegano o si spezzano), o se vive grazie o alle spese dell’altro. In questo caso però come facciamo a misurare qualcosa se questo non è nel suo habitat? A chi è utile mettere in confronto una qualità come, per esempio, la resistenza al caldo di un pino rispetto a una palma?
In realtà, vorrei mettere l’attenzione sulla potatura, che vi vado a spiegare prima di tutto usandone la definizione (presa da chi questo mestiere lo fa di professione):
Fra le sue qualità possiamo trovare:
- “Previene l’insorgere di malattie e quindi tutela la salute della pianta.
- Mette in sicurezza l’ambiente immediatamente circostante, evitando che rami secchi possano cadere accidentalmente. Inoltre queste cure si rendono necessarie nei casi di alberi confinanti con terreni appartenenti ad altre proprietà.
- Migliora la fruttificazione e la fioritura, indirizzando le energie della pianta verso il loro sviluppo rispetto alla germogliazione di nuovi rami e foglie.”
Ed è bene ricordare che “quando si esegue è sempre bene non improvvisarsi. Esistono difatti regole e tecniche specifiche da seguire, per evitare che si possano commettere danni a volte irreparabili.” Aggiungo infine che questa è un’operazione da effettuare in una determinata stagione, in un determinato momento, che varia da pianta a pianta.
Prima parlavo di analogia, ma forse sarebbe meglio usare il plurale.
- Nelle varie stagioni della Nostra vita dovremmo capire prima di tutto che tipo di pianta siamo Noi, e avere l’accortezza di capire anche qual è il modo migliore di crescere, per non andare incontro alle difficoltà che ha trovato l’albero che non sapeva chi era.
- Le compagnie che ci troviamo variano di stagione in stagione. Quello che siamo oggi non è quello che eravamo ieri, né quello che saremo domani. Quindi, potranno cambiare i nostri compagni nel giardino (o prato, o prateria, foresta, quello che volete), l’importante è che non cambiamo Noi.
- Per migliorare la crescita, miglioriamo Noi stessi e quello che abbiamo sotto di Noi, conoscendoci. Lo sapevate che per esempio, la differenza di acqua che mettete all’interno di una pianta può farla crescere o morire più velocemente?
- Potare, tagliare certe parti della pianta, aiuta a farla crescere meglio e previene l’insorgere di malattie: molte volte, dire addio ad alcune persone, ci farà maturare di più.
- Bisogna però farlo bene, perchè se questo “addio” non verrà nel rispetto dell’altra persona, potremmo causare danni a Noi e all’altro.
- Se fatto bene, non abbiamo timore se ci sembra di aver tagliato tanto in quella parte della Nostra vita: recentemente ho colto delle foglie della piantina di basilico che ho in casa. In questo modo ho avuto sia le foglie per un pesto eccezionale che una ricrescita di foglie anche nei punti dove avevo staccato le altre, che sono nati più forti.
- Se non dovessero ricrescere in gradi quantità, ricordiamoci che quello che ricresce magari non sarà molto, ma avrà qualità.
Parlando di amicizia, un piatto che racchiude bene uno dei concetti che deve avere l’amicizia (ovvero la Condivisione, ma questo è vero anche in Amore) sono le fajitas di pollo di Benedetta Parodi, ribattezzato da me appunto piatto dell’amicizia.
Ingredienti
1 confezione di tortillas
400 gr di petto di pollo
½ cipolla
½ peperone
Salsa Worchester
½ limone (succo)
q.b. semi di cumino, sale
Marinatura: ½ limone, lattina o bottiglia di birra (preferisco la rossa)
Salse da accompagnamento: guacamole, panna acida o fagioli messicani (arriba arriba!!!)
Preparazione
Mettiamo a marinare il pollo tagliato a strisce in una ciotola con gli ingredienti della marinatura (vi consiglio almeno una mezz’ora).
Nel frattempo tagliamo il peperone e la cipolla e li facciamo cuocere in una padella antiaderente.
Quando queste verdure saranno cotte, uniamo la carne (dopo averla fatta sgocciolare). Far cuocere a fuoco medio alto unendo la salsa Worchester, il succo di limone, i semi di cumino e il sale.
Scaldare le tortilla in una bistecchiera o in forno a 180° per 5 minuti.
Personalmente mi piace portare direttamente in tavola la pentola e le salse con un bel mestolo, in modo che ogni persona possa “farcirsi” la tortilla personalmente.
Ah, forse mi dimenticavo che sarebbe meglio usare la tavola di carta… (ringrazio Benedetta Parodi e il suo libro “i menù di Benedetta”, regalatomi da mia madre, perchè mi ha dato molte idee quando avevo cominciato a cucinare in casa nuova… e anche per aver fatto felici molte persone con i suoi piatti!).
P.s. Questo piatto si accompagna bene con una bella bottiglia di vino Sauvignon o della birra rossa belga o una bock.
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Lorenzo Benetti
Lorenzo Benetti, Massofisioterapista iscritto all‘albo speciale nr. 45, Massaggiatore Sportivo, Riflessologo. Cod.fisc BNTLNZ83B27D325T,
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