Ci sono più di 25 tipi di disordini della funzionalità intestinale conosciuti, fra questi la più diffusa è la sindrome del colon-irritabile (Irritable Bowel Syndrome o IBS): è la più debilitante e quella che comporta i costi più alti dal punto di vista medico.
Si stima che in Italia ne soffra il 18% della popolazione, e generalmente ne è colpito più il sesso femminile. Gli individui che ne sono soggetti hanno un’età compresa tra i 20 e 50 anni.
Chi soffre di questo disturbo si rivolge in prima battuta a medici (ad es. gastroenterologi e dietologi), sottovalutando la componente psicologica.
È infatti ormai assodato che esista una correlazione fra i sintomi dell’IBS e i livelli d’ansia.
Brevi cenni di anatomia e fisiologia dell’intestino
L’intestino fa parte dell’apparato digerente, e si trova fra il piloro e l’orifizio anale.
Anatomicamente possiamo dividere l’intestino in 2 parti principali:
piccolo intestino (intestino tenue). È il primo tratto, costituito inizialmente dalla valvola pilorica (che fa da confine con lo stomaco) e termina con la valvola ileocecale (confine con intestino crasso). È diviso in 3 sezioni: duodeno, digiuno e ileo. Il suo diametro è di 4 cm e misura 7 m.
grande intestino (intestino crasso). È il tratto terminale dell’intestino. Origina dalla valvola ileocecale e termina a livello dell’ano. È diviso in 6 sezioni (cieco, colon ascendente, colon discendente e colon trasverso, sigma e retto). Misura 2 m e ha un diametro di 7 cm (è proprio il diametro a dare la nomea di “grande intestino” a questo tratto).
Il contenuto intestinale sopraggiunge al colon (in forma liquida), grazie a contrazioni ritmiche (peristalsi). La funzione primaria del colon è riassorbire la porzione liquida e i sali minerali. Alla fine del percorso il colon procederà con l’espulsione finale dei prodotti della digestione.
Il colon è dotato di un sistema nervoso semi-automatico: Il Sistema nervoso Enterico (SNE). Il SNE ha diverse funzioni:
Produzione di serotonina: uno dei compiti della serotonina è quello di permettere l’aumento della motilità intestinale, portando un miglior transito del cibo all’interno dell’intestino. La produzione della serotonina è una delle relazioni che esiste fra SNC e SNE: la produzione di serotonina sarà bloccata o aumentata in base alle “direttive” del SNC.
Regolazione della permeabilità dei vasi sanguigni e linfatici (appena sotto la muscosa) che aiuta nel riassorbimento dei liquidi.
Regolazione immunitaria: ovvero la capacità di riconoscere sostanze nocive introdotte con alimenti e la protezione ed espulsione di queste sostanze dall’organismo umano.
Fisiopatologia e Sintomatologia
Come abbiamo visto nella precedente sezione, è grazie a contrazioni ritmiche (la peristalsi) che è permesso il transito e la progressione del cibo nel processo digestivo.
Per i medici l’insorgenza dei sintomi nella sindrome del colon irritabile sarebbe causata da scosse troppo forti e di lunga durata o, al contrario, l’esatto opposto.
Le contrazioni troppo forti darebbero origine a sintomi quali la diarrea, quelle troppo deboli provocherebbero la stipsi, con conseguenti problematiche di feci troppo molli (diarrea) e dure (stipsi). Può succedere che si alternino le due condizioni.
Altri sintomi sono: la presenza di muco nelle feci, gonfiore o distensione addominale, crampi addominali e mal di pancia, meteorismo, gonfiore, flatulenza, tensione, spesso associati a nausea, cefalea, ansia, stanchezza, umore depresso, difficoltà di concentrazione. Può succedere che, dopo la defecazione, si abbia la sensazione di non aver evacuato.
Da ricordare che i sintomi della colite sono diversi da soggetto a soggetto e questo rende più difficoltosa la diagnosi da parte del medico, che deve escludere patologie simili (come diverticolite, morbo di Crohn, ecc.)
Possibili cause della sindrome del colon irritabile
L’origine della sindrome del colon irritabile non è ad oggi ancora chiara. Trattandosi di sindrome, consiste in un insieme di sintomi che possono essere di diverso tipo.
Le teorie sarebbero le seguenti:
Ansia e colon Irritabile
L’ansia e, in generale stati emotivi contrastanti, stress, stanchezza, stati depressivi e preoccupazioni, potrebbero essere causa degli spasmi del colon.
Nel colon esistono molte terminazioni nervose in connessione con il nostro cervello: è stato accertato l’origine comune del sistema nervoso e di quello digerente, controllati entrambi dal tronco cerebrale. Le terminazioni nervose presenti nel colon regolano le normali contrazioni che diventano fastidiose e anche dolorose in periodi di stress o ansia.
La teoria di Gershon. Secondo una recente teoria elaborata da uno scienziato americano, Michael Gershon, l’intestino potrebbe essere definito un “secondo cervello”, che elabora emozioni, smista informazioni e reagisce alle sollecitazioni dell’ambiente circostante.
Stress e ansia alterano l’intestino e i disordini che si vengono a creare a livello intestinale provocano variazioni del comportamento e dell’umore. Non sono solo le “sensazioni negative” a provocare stress e ansia. Essi infatti possono essere causati da una serie di fattori, denominati “stressors”. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questi originano sia da fattori nocivi (distress) che positivi (eustress, ad es. l’organizzazione di una festa o un matrimonio).
Una volta escluse cause organiche (fumo, obesità,alcool, sedentarietà, assunzione di antinfiammatori), si parla di dispepsia funzionale. La dispepsia funzionale è una situazione non dipendente da cause organiche, ma da fattori stressanti che alterano la motilità dell’apparato digerente (Gershon et al., 2015).
L’apparato gastrointestinale è regolato dai centri superiori: la stimolazione dell’ipotalamo aumenta la motilità del colon, mentre la stimolazione del fascio del prosencefalo mediale e del sigma anteriore della corteccia orbitale e del giro cingolato della corteccia cerebrale della corteccia orbitale e del giro cingolato della corteccia cerebrale inibisce la motilità del colon.
Queste influenze sovraspinali sulla funzione del colon sono suscettibili di essere mediati in maniera inibitoria dei neuroni pregangliari spinali (Mc Demmott, et al, 1996).
Nelle ore o giorni dopo il manifestarsi di un evento stressante (ad esempio un lutto o carichi eccessivi di lavoro o vita troppo frenetica), se analizziamo i glucocorticoidi nel sangue questi risultano elevati.
Perifericamente, i glucocorticoidi aumentano l’attività della lipoproteina lipasi nel tessuto adiposo, portando ad un aumentato deposito di grasso.
I glucocorticoidi influenzano anche la funzione di leptina, il cui normale ruolo è di segnalare il senso di sazietà con soppressione dell’appetito.
Sebbene i glucocorticoidi stimolino il rilascio di leptina dal tessuto adiposo, con conseguente soppressione del senso di appetito, riducono tuttavia la sensibilità cerebrale alla leptina, contribuendo alla leptina resistenza.
L’insulina di solito agisce sull’ipotalamo per ridurre l’assunzione di cibo e la sua azione sull’area tegmentale ventrale (VTA) riducendo l’attività dei neuroni dopaminergici che sono alla base della risposta di ricompensa generata dal cibo. Acutamente, i glucocorticoidi stimolano la secrezione di insulina da parte del pancreas (Strack et al., 1995) con effetto di soppressore dell’appetito.
Il ruolo della Serotonina
In un soggetto ansioso la testa è sempre in movimento. Si tende a somatizzare maggiormente in quanto la reazione del cervello nel percepire e decodificare sofferenza, dolore e disturbi dello stato di salute corporea è a livelli altissimi. Si è sempre in situazione di tensione generata dall’ansia. Ciò comporta un aumento di sensibilità nella percezione del dolore. Per questa ragione chi soffre di IBS (sindrome del colon-irritabile) mostrerà una produzione inferiore di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina.
Come abbiamo visto nella sezione della fisiologia dell’intestino, la serotonina svolge un importante ruolo, ovvero di aumentare la motilità intestinale e dunque favorire il transito del cibo all’interno dell’intestino.
La produzione della serotonina, da parte del Sistema nervoso enterico (SNE), dipende anche dalla particolare relazione che lega quest’ultimo al cervello (sistema nervoso centrale – SNC). In caso di eccesso di produzione, il transito sarà accelerato con conseguente sviluppo di diarrea; in caso di blocco di produzione avremo il caso opposto, ovvero il fenomeno della stipsi. Nella sindrome del Colon Irritabile, queste due condizioni possono alternarsi di frequente.
Allo stesso modo, anche la tensione muscolare può manifestarsi maggiormente in soggetti ansiosi e stressati. La maggiore pressione addominale può interferire sui movimenti intestinali accelerandoli o rallentandoli.
Terapie
Terapia Psicologica cognitivo comportamentale
La Terapia Cognitivo-Comportamentale affronta la sindrome del Colon Irritabile su diversi piani. Essa sostiene che i sintomi siano figli dell’interazione di fattori psicologici, fisiologici e sociali.
Il trattamento cognitivo comportamentale prevede varie componenti, come la psico-educazione sulla sindrome del Colon Irritabile, sull’alimentazione e sul ciclo sonno-veglia, l’apprendimento di tecniche di rilassamento, strategie di gestione dell’ansia e l’educazione all’assertività.
Si interviene inoltre sui pensieri automatici negativi, che accompagnano i sintomi della sindrome del Colon Irritabile e che, aumentando la componente ansiosa, aggravano la percezione di dolore corporeo e disagio emotivo. Si imparano a riconoscere i meccanismi di attenzione selettiva: agendo su di essi si disinnescano i comportamenti maladattivi e le sensazioni di non padronanza delle proprie reazioni.
Terapia Psicologica: Mindfulness
Alcuni approcci rafforzano nel tempo i risultati ottenuti dalla Terapia cognitivo comportamentale. Molte ricerche hanno esplorato gli effetti, sia nel breve che nel lungo termine, di approcci basati sulla Mindfulness, rilevandone i grandi benefici.
Con le tecniche di Mindfulness si sviluppa un atteggiamento di accettazione delle emozioni e delle sensazioni negative Il risultato è di attuenazione automatica dell’attivazione di meccanismi cognitivi che abbiamo visto influenzare l’iper-reattività intestinale.
Un atteggiamento di questo tipo permette alle emozioni di compiere il loro naturale corso piuttosto che essere trattenute ed intensificate dal rimuginio. Si riduce inoltre l’attenzione selettiva alle componenti sensoriali del dolore, rendendo così la percezione del dolore più sopportabile e riducendone la catastrofizzazine.
L’applicazione della Mindfulness induce un miglioramento nella qualità della vita, allevia i sintomi depressivi e i livelli di ansia.
Attività Motoria
L’attività fisica non presenta alcun tipo di controindicazione (in caso di stipsi bisogna prestare attenzione al livello di idratazione). Ha effetti benefici sia sulla stitichezza, sia sulla diarrea.
Nella stipsi:
Secrezione di catecolamine: grazie alla secrezione di catecolamine (ormoni responsabili dell’ipereccitabilità della muscolatura, sia liscia sia striata), l’intestino può giovare di un ulteriore supporto contrattile.
Si crea un massaggio naturale dell’intestino: provocato sia dal movimento fisico, che dalla ventilazione diaframmatica, che favoriscono la peristalsi.
Un effetto valido sia per la diarrea che per la stipsi, è il meccanismo anti-stress. Il meccanismo anti-stress ha un’azione polivalente, nella quale il primo sistema interessa puramente la sfera psicologica (fare sport consente di “staccare la spina”) e il secondo interessa la liberazione ormonale di endorfine (oppioidi naturali secreti dall’ipofisi nel cervello).
Agli individui non abituati all’esercizio fisico (perché, per esempio, sono sempre state persone sedentarie), gli esperti raccomandano di cominciare qualsiasi tipo di attività in maniera graduale, per evitare problemi di natura muscolare o articolare.
Consigli generali sullo stile di vita
La comunità scientifica ci tiene a precisare che bisogna curare con attenzione lo stile di vita, fra cui l’alimentazione.
I benefici che otterremo non sono immediati, ma si vedranno sul lungo periodo.
Cambiare lo stile di vita dev’essere una scelta definitiva e non temporanea, in quanto, se fosse temporanea, non si potrebbe ricavarne alcun vantaggio tangibile.
I principali consigli relativi allo stile di vita, a cui un individuo con colon irritabile dovrebbe attenersi, sono:
Evitare tutti i cibi che provocano un peggioramento della sintomatologia e che non sono indispensabili dal punto di vista nutrizionale. Tra questi cibi rientrano, per es.: alcolici, cioccolata, caffè, bevande contenenti caffeina e sostanze simili (es: la teina), i prodotti a base di sorbitolo (utile per mantenere i cibi più morbidi a lungo, ad es. nei prodotti da forno) e i cibi a base di mannitolo (dolcificante usato al posto del saccarosio, se usato in grandi quantità può diventare un potente stimolo intestinale e quindi avere effetto lassativo).
Dopo aver eliminato quasi del tutto i cibi ad alto contenuto di fibre, l’individuo deve ricominciare ad assumere questi alimenti partendo da dosi limitate e aumentandole di settimana in settimana.
Così facendo consentiamo all’intestino di abituarsi con gradualità alla digestione delle fibre alimentari.Non saltare i pasti. La regolarità nei pasti favorisce la regolarità intestinale.
Aumentare il numero di pasti giornalieri e diminuire la quantità di cibo assunto durante i 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena). E introdurre nella dieta spuntini e merende (possibilmente frutta e verdura, no a merendine o cibi da fast-food).
In questo modo riduciamo il carico di lavoro che l’apparato digerente deve compiere a ogni pasto, rendendo meno possibili casi di diarrea.Bere molta acqua, almeno 1,5 l al giorno (che equivalgono a 8-10 bicchieri circa). È un rimedio naturale contro la stipsi ed evita la disidratazione in caso di diarrea ricorrente.
Non fumare.
Controllare scrupolosamente le assunzioni di farmaci o integratori fai da te, per evitare spiacevoli effetti collaterali.
Come ho risolto i miei problemi causati dalla sindrome del colon-irritabile: L’arte Terapia
Fino a 5 anni fa ho sofferto di sindrome del colon irritabile, e ho provato molti dei sintomi descritti precedentemente. L’IBS è stata anche la “spinta” che mi ha fatto prendere la decisione di cominciare un percorso psicoterapico, volto ad abbassare gli stati d’ansia e credere di più in me stesso. Durante il percorso terapeutico, ho cominciato a dipingere. Inizialmente questa “pratica artistica” mi è stata consigliata come esercizio, ma successivamente (di pari passo con gli innumerevoli miglioramenti) mi ha portato ad avere una visione della realtà “più ampia”.
Per capire meglio perché stavano avvenendo questi cambiamenti, ho voluto effettuare alcune ricerche, che mi han portato alla lettura di vari articoli e tesi.
Da quello che ho potuto leggere, l’arte terapia “analizza e valuta i limiti, aiuta il confronto creativo, permette di sperimentare le conseguenze della propria attività sull’opera e implementa la capacità dell’utente di lavorare sull’interiorità. Stimola le risorse rinforzando il senso del colore e della forma e sostiene lo sviluppo delle abilità relazionali.” Il linguaggio artistico viene usato per la risoluzione di problematiche di vario tipo. “Aiuta lo sviluppo dell’immaginazione per rinforzare la ricerca delle soluzione. I pazienti in questo approccio vengono spinti a usare questi mezzi come preferiscono, al fine di far emergere la parte inconscia in superficie (Cosentino, 2017).” “Questa forma d’arte terapeutica si basa sulle teorie dello sviluppo umano e psicologiche. Essa viene praticata in diversi contesti come centri di salute mentale e cliniche psichiatriche, ospedali e strutture riabilitative, strutture correttive, case di cura, scuole, centri di soccorso e programmi riabilitativi delle dipendenze (Cosentino, 2017).”La caratteristica dell’arteterapia è quella di essere una forma di terapia di recente sviluppo.”
“Gli strumenti artistici e i prodotti creati attraverso l’arte in una sessione di arteterapia, coinvolgono i canali sensoriali e percettivi tattili, visivi e successivamente vengono elaborati nel cervello. L’arteterapia implica aspetti motori, somatosensoriali, visivi, emotivi e cognitivi attivando processi neurofisiologici e strutture cerebrali (Lusebrink, 2004)”. “L’arteterapia si concentra su come le immagini e la loro espressione riflettono emozioni e su come le emozioni influenzano il pensiero e il comportamento. La letteratura suggerisce che l’arteterapia ha effetti benefici sulla ricostruzione e riabilitazione delle menomazioni fisiche, la promozione della guarigione mentale, emotiva e fisica, il miglioramento della crescita cognitiva e della regolazione delle emozioni (Lusebrink, 2004). Il continuum nelle terapie espressive è un modello che studia le interazioni tra gli strumenti artistici e le espressioni create su tre livelli di complessità: Cinestetico/Sensoriale, Percettivo/Affettivo, e Cognitivo/Simbolico, il quarto livello, il livello creativo, si incrocia e integra gli altri livelli (Lusebrink, 2004)”. “L’azione cinestetica può attivare e stimolare memorie e ricordi “(Lusebrink, 2004). “L’esplorazione di oggetti attraverso la vista o il tatto può aiutare a definire ed elaborare le forme (Lusebrink, 2004). L’inibizione delle emozioni si può osservare attraverso la diminuzione dell’utilizzo del colore, della dimensione delle forme e disposizioni spaziali (Lusebrink, 2004). L’elaborazione del pensiero concettuale e astratto ed il problem solving possono essere facilitati attraverso l’arteterapia. Attraverso strumenti artistici si possono rappresentare concretamente relazioni spaziali, temporali, oggetti e persone o eventi specifici. Ogni elemento può essere osservato, cambiato e reintegrato a livello cognitivo (Lusebrink, 2004)”. “Le attività artistiche aiutano il riconoscimento e la costruzione di nuovi punti di forza e competenze, permettono di alleviare i sintomi, stimolare la comunicazione e promuovere la collaborazione tra gli operatori sanitari (Vaartio-Rajalin et al., 2020).” “Dunque gli operatori sanitari dovrebbero essere incoraggiati ad utilizzare intenzionalmente l’arteterapia al fine di conoscere la persona e la sua storia, poiché il significato delle esperienze vissute dall’individuo è una parte fondamentale dell’assistenza” (psicoterapeutica) “basata sull’evidenza e dell’assistenza incentrata sulla persona (Vaartio-Rajalin et al., 2020).

Cosa fare in caso di Sindrome del Colon Irritabile? Trattamento Manuale con la R.P.B. (Riflessologia Posturale Biodinamica)
Il Trattamento effettuato con la Riflessologia Posturale Biodinamica (R.P.B.) è importante perché tratta il dolore derivante dalla problematica, bloccando nella maggior parte delle volte il procedere dell’artrosi.
La R.P.B. porta degli importanti vantaggi per la persona:
durante il trattamento il dolore provato è minimo,
le sedute sono generalmente a cadenza settimanale (nei casi più gravi o acuti si possono effettuare sedute più corte e più sedute settimanali),
non è raro trovare giovamento già dalle prime sedute,
una volta finito il ciclo può essere utilizzato come trattamento di mantenimento per avere effetti nel lungo periodo.
Parlando di questa problematica non è possibile parlare di zone o punti “sintomatici”: le persone che ne sono affette hanno storie cliniche di dolori così diverse che usare dei protocolli preconfezionati porterebbe semplicemente una a creare confusione.
Molto spesso la Sindrome del Colon Irritabile fa parte delle problematiche croniche, e tutte le persone che ne sono soggette possono presentare caratteristiche simili. In più la persona è stata sottoposta nella vita a traumi e/o operazioni che come conseguenza ha portato il corpo a finire le “possibili compensazioni”.
Infatti, ogni volta che il nostro corpo riceve un trauma cambia qualcosa a livello strutturale.
Ad es. un piccolo incidente stradale a cui non facciamo caso, fa perdere la curvatura fisiologica a livello del collo, i muscoli devono “riadattarsi” alla nuova struttura e creano rigidità, favorendo la formazione di artrosi a livello del collo. Se si crea una rigidità a livello cervicale, il corpo dovrà riadattarsi anche nel resto del corpo. Più traumi o operazioni (anche se solo “cariette” o arrabbiature non superate) porteranno a nuovi compensi e nuovi adattamenti, fino a quando il corpo non dice BASTA e comincia a creare dapprima dolori sotto forma di problematiche facilmente superabili (cervicalgie, lombalgie, stress, gastriti, ecc.) fino a creare problematiche ben peggiori (artrosi, artriti, burnout, fibromialgia, artrite psoriasica, depressione, ecc.)
La riflessologia posturale biodinamica può migliorare lo stato fisico della persona, grazie a una prima seduta in cui si “indaga” sulla vita della persona e si cerca di capire quali obiettivi raggiungere e in quanto tempo, personalizzando il trattamento anche in base al dolore e alla limitazione articolare della persona.
Potrà cambiare sia la pressione (quindi nel rispetto della sensibilità), sia la durata (dolori in fase acuta prevedono sedute più corte) sia la cadenza (che può variare da due volte a settimana a periodi più lunghi in base alla storia della persona).
Riassumendo
La Riflessologia Posturale Biodinamica (R.P.B.) produce i seguenti miglioramenti nell’artrite psoriasica:
Azione analgesica su dolore acuto e cronico (stimola e produce endorfine, encefaline e dinorfine),
Migliora la mobilità articolare (e aiuta a sentire sempre meno quella fastidiosa rigidità mattutina),
Azione miorilassante (rilassa la muscolatura e toglie le contratture),
Azione antinfiammatoria,
Migliore qualità del sonno,
Azione sulla postura,
Azione sulla circolazione (rimozione di cataboliti e miglior ossigenazione dei tessuti).
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Lorenzo Benetti
Lorenzo Benetti, Massofisioterapista iscritto all‘albo speciale nr. 45, Massaggiatore Sportivo, Riflessologo. Cod.fisc BNTLNZ83B27D325T,
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Lorenzo Benetti Masso Fisioterapista riflessologia posturale biodinamica massaggio sportivo riabilitazione Albignasego Abano Terme Camponogara Due Carrare Dolo Mira Fossó Pianiga Maserà di Padova Casalserugo Stra Legnaro Fiesso d’Artico Padova Sud Guizza Riviera del Brenta Selvazzano Dentro Ponte San Nicolò Vigonza Mirano cervicale lombare epicondilite ginocchio anca stress diaframma
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Il presente testo è stato presentato come compito extra per la preparazione dell’esame di Psicobiologia (Dicembre 2021) del CdL di Scienze e Tecniche Psicologiche.
Sitografia:
https://www.dottoressaisabellaburinato.it/ansia-e-relazione-intestino-cervello/
https://www.ipsico.it/news/colon-irritabile-e-psicoterapia/
https://www.gvmnet.it/press-news/news-dalle-strutture/colon-irritabile-e-ansia
https://www.gvmnet.it/patologie/fegato,-stomaco-e-intestino/sindrome-del-colon-irritabile
https://www.iwatson.com/stress-ansia-e-sindrome-del-colon-irritabile/
https://www.my-personaltrainer.it/salute/colon-irritabile-ansia.html
https://www.unanutrizionistaperamica.it/salute/colon-irritabile/
https://www.tesionline.it/tesi/the-irritable-bowel-syndrome-as-somatization-disorder/43383
https://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-02172014-123024/unrestricted/tesi_mag.pdf
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