Artrite Psoriasica: Cos’è e cosa fare se si è affetti da questa problematica

L’artrite psoriasica, descritta per la prima volta dal dott. Jean Louis Alibert nel 1850, è una problematica infiammatoria cronica delle articolazioni, che colpisce soprattutto individui affetti da psoriasi o che hanno familiarità con essa.

I classici sintomi di questa problematica sono: dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni colpite, con spesso la presenza di riduzione della mobilità a livello articolare.

L’insorgenza dell’artrite psoriasica è di solito lenta, ma nel 33% circa di persone può essere acuta: in questo caso le articolazioni interessate saranno colpite da infiammazione, con i classici sintomi (calore, rossore, dolore, gonfiore e difficoltà al movimento dell’articolazione colpita da questo fenomeno).

L’artrite psoriasica fa parte della famiglia delle spondiloartriti sieronegative, problematiche che presentano caratteristiche comuni come la negatività del fattore reumatoide (da qui la denominazione “negative”). Di questa categoria fanno parte anche la spondilite anchilosante, le artriti entesopatiche, le artriti reattive e le spondiloartriti indifferenziate.

Cosa avviene nell’artrite psoriasica?

Il nostro sistema immunitario normalmente risponde all’intrusione di batteri e virus, ma nel caso dell’artrite psoriasica i macrofagi e i linfociti T invece di difendersi dagli agenti esterni attaccano le strutture articolari della persona.

Queste cellule produrranno così delle sostanze chiamate “citochine” che creano l’infiammazione.

Altro fattore che contraddistingue l’infiammazione dell’artrite psoriasica, e collegato al punto precedente, è la produzione di nuovi capillari, che produce il cosiddetto “panno sinoviale”.

Il panno sinoviale è un vero e proprio nuovo tessuto in grado di creare erosioni ossee, che intaccano l’integrità e l’efficienza dell’articolazione.

Nei casi più gravi l’erosione è accompagnata da reazioni riparative, a livello di tendini e della capsula (ricreando tessuto osseo, ma allo stesso tempo rendendo più rigida l’articolazione).

Quali sono le caratteristiche dell’artrite psoriasica?

→ L’artrite psoriasica colpisce circa il 30% degli individui colpiti da psoriasi, rendendola a tutti gli effetti una problematica frequente in ambito reumatologico. Infatti solo nel 10-15 % dei casi si presenta l’artrite prima della psoriasi.

→ L’artrite psoriasica è una problematica che colpisce indifferentemente uomini e donne dai 20 ai 40 anni, con incidenza maggiore in un arco di età che va dai 30 ai 35 anni.

→ Questa problematica colpisce le piccole articolazioni (mani, piedi) e le grandi articolazioni (ginocchio, caviglia, anca) in modo asimmetrico: ad esempio potrebbe essere colpita l’articolazione dell’anca destra e il ginocchio della gamba sinistra.

→ Particolarità dell’artrite psoriasica è il fatto di presentare frequentemente borsiti e tendiniti, e se queste sono recidivanti, possono essere anche l’esordio clinico di questa problematica.

→ Altra problematica associata è il mal di schiena lombare, che si presenta come classica lombalgia o come una lombalgia che poi si irradia posteriormente fino a dietro al ginocchio (differentemente dalla sciatalgia che arriva fino al piede).

→ Nell’introduzione si è parlato di familiarità e non ereditarietà: si è visto infatti che nel 40% dei casi di persone colpite da artrite psoriasica era presente una storia familiare di questa problematica o di psoriasi nei parenti stretti. *

→ L’artrite psoriasica ha una prognosi favorevole, e le persone che ne soffrono hanno periodi di riacutizzazione intervallati a periodi di benessere. Solo nei casi simil-reumatoidi, la prognosi risulta sfavorevole: in questo caso sono presenti limitazione articolare e diminuzione di tessuto osseo.

Diagnosi dell’Artrite Psoriasica

È essenzialmente clinica. Il medico redige un quadro clinico, in cui si vedono ad es. segni di infiammazioni a carico dei tendini e presenza di psoriasi cutanea e delle unghie. Importante è conoscere la storia clinica (psoriasi o artrite psoriasica nei parenti più stretti).

Per quanto riguarda gli esami:

  • Radiografie: non aiuta il medico nella diagnosi precoce, in quanto le erosioni a livello articolare possono presentarsi anche dopo mesi o anni dall’inizio della problematica.

  • Ecografia: può confermare la presenza di un’infiammazione della membrana sinoviale, se sono presenti microlesioni o aumento della vascolarizzazione (sintomo che la problematica è attiva). Inoltre è utile nel dirci se sono presenti tendiniti, borsiti, ecc.

  • RMN (risonanza magnetica nucleare): utilità uguale all’ecografia per la presenza di infiammazioni a carico dell’apparato muscoloscheletrico, con maggiori dettagli delle strutture interessate.

  • Esami ematochimici: possono evidenziare una positività negli indici di infiammazione (innalzamento livelli VES e PCR). Come detto in precedenza, l’artrite psoriasica è contraddistinta dalla mancanza del fattore reumatoide. Si evince un aumento dell’uricemia (acido urico nel sangue), tanto che molte volte viene riscontrata, nella storia clinica, una diagnosi (errata) di Gotta.

Cosa fare in caso di Artrite psoriasica? Trattamento Farmacologico

L’artrite psoriasica mette a dura prova la qualità della vita della persona che ne è affetta.

Come abbiamo ribadito più volte nell’articolo, essa è contraddistinta da dolori, limitazioni articolari e anche la sfera psicologica è coinvolta.

Il Trattamento farmacologico (uso di cortisonici, antinfiammatori, biologici) viene prescritto dal medico reumatologo, e sarà lui a scegliere il giusto trattamento per il paziente affetto da questa problematica.

Cosa fare in caso di Artrite psoriasica? Trattamento Manuale con la R.P.B. (Riflessologia Posturale Biodinamica)

Il trattamento manuale, effettuato con la Riflessologia Posturale Biodinamica (R.P.B.), è importante perché tratta il dolore derivante dalla problematica e prolunga nel tempo l’effetto dei farmaci.

La R.P.B. porta degli importanti vantaggi per la persona:

  • durante il trattamento il dolore provato è minimo,

  • le sedute sono generalmente a cadenza settimanale (nei casi più gravi o acuti si possono effettuare sedute più corte e più sedute settimanali),

  • non è raro trovare giovamento già dalle prime sedute,

  • una volta finito il ciclo può essere utilizzato come trattamento di mantenimento per avere effetti nel lungo periodo.

La riflessologia posturale biodinamica può migliorare lo stato fisico della persona, grazie a una prima seduta in cui si “indaga” sulla vita della persona e si cerca di capire quali obiettivi raggiungere e in quanto tempo, personalizzando il trattamento anche in base al dolore e alla limitazione articolare della persona.
Potrà cambiare sia la pressione (quindi nel rispetto della sensibilità), sia la durata (dolori in fase acuta prevedono sedute più corte) sia la cadenza (che può variare da due volte a settimana a periodi più lunghi in base alla storia della persona).

Esempio di seduta con la R.P.B.

Una parte della seduta sarà effettuata dal Trattamento di Riequilibrio, vero e proprio motore “biodinamico” che, grazie alle sue manualità, agisce:

  • Sul sistema miofasciale, rilassando quindi sia la fascia che il tessuto muscolare.

  • Sul sistema nervoso, stimolando e producendo endorfine, encefaline e dinorfine, che alzano la soglia del dolore e abbassano la percezione dello stesso. Inoltre, abbassa gli stati ansiolitici e di stress, regola la qualità del sonno e la sensazione di prurito.

  • Sulla circolazione, rimuovendo cataboliti, stasi linfatiche e “riattivando la circolazione”.

  • Sulla mobilità, grazie ai punti precedenti e a manovre articolari.

  • Sull’elasticità, grazie al lavoro sul sistema connettivo che, producendo collagene ed elastina, “ammorbidisce i tessuti”.

Riassumendo

La Riflessologia Posturale Biodinamica (R.P.B.) produce i seguenti miglioramenti nell’artrite psoriasica:

  • Azione analgesica su dolore acuto e cronico (stimola e produce endorfine, encefaline e dinorfine),

  • Azione antinfiammatoria,

  • Azione miorilassante,

  • Agisce sullo stress, sull’ansia e promuove la prevenzione di stati depressivi,

  • Regolazione sonno/veglia,

  • Agisce sul prurito,

  • Azione sulla postura,

  • Azione sulla circolazione (rimozione di cataboliti e miglior ossigenazione dei tessuti)

  • Migliora la mobilità articolare.

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Lorenzo Benetti

Lorenzo Benetti, Massofisioterapista iscritto all‘albo speciale nr. 45, Massaggiatore Sportivo, Riflessologo. Cod.fisc BNTLNZ83B27D325T,

 P.IVA 03723580274

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* differenza familiarità ereditarietà:

– familiarità: è una situazione in cui nella storia di una famiglia ci sono stati più casi di una certa patologia (…) ed è stata accertata la possibilità di trasmettere una predisposizione genetica alla malattia, possibilità che si verifica comunque solo raramente. Perché si possa parlare di familiarità (…) occorre che esistano in famiglia almeno due casi di parenti affetti da quella problematica.

– ereditarietà: il concetto riguarda malattie genetiche (…) che vengono trasmesse da uno dei genitori o da entrambi. Nel caso ci siano nella storia familiare casi di malattie genetiche, è raccomandata la consulenza preconcezionale. Per alcune malattie genetiche, sono disponibili test per fare la diagnosi prenatale, ed eventualmente decidere l’interruzione della gravidanza.

  • Fonti: fondazioneveronesi.it – umab.it – appunti personali

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