E se la cervicale (cervicalgia) non passa?

Farmaci indicati dal medico, massaggi classici, esercizi, Osteopatia e altre tipologie di trattamenti (manuali e farmacologici). Ma il dolore non passa! E ora? Cosa possiamo fare? Tenerci le “cervicali” (cervicalgia)?

Il dolore non dev’essere il Vostro normale modo di vivere.

I disturbi in questa zona del Nostro corpo in realtà hanno origine da componenti multifattoriali: movimenti scorretti, problemi psicosomatici (quali ansia, stress, blocco di alcune emozioni), allergie, sono solo alcuni dei sintomi che provocano un eccesso di tensioni a livello muscolare: viene ridotta la vascolarizzazione (il nutrimento a livello circolatorio), il tono muscolare cambia e perdiamo in elasticità. La rigidità (o la debolezza) muscolare fa lavorare male le vertebre, provocando i problemi di cui abbiamo parlato nell’articolo “CERVICALGIA, Sintomi, Fattori Scatenanti, Cosa fare.”.

Il punto di vista Olistico può tornarci utile per trattare questa problematica in modo più ampio: dopo aver visto negli scorsi articoli il piano fisico andiamo a vedere come il Nostro corpo si comporta dal punto di vista degli altri lati del Triangolo della Salute.

 

APPROCCIO PSICOSOMATICO

Lo studio della correlazione fra corpo e emozioni è comprovato ormai da tempo in psicologia. Tensioni emotive, a volte inconscie, creano tensioni muscolari in varie parti del corpo, e la zona cervicale non è da meno.

Il dottor Alexander Lowen, nel suo libro “Bioenergetica”, ci dà parecchie chiavi di lettura riguardo alle rigidità che nascono in questa zona.

Immaginiamo il crearsi di un anello che implica tensioni a: bocca (mascella), articolazione del collo e torace. Le emozioni non passano, in quanto ci viene difficile “ingoiare” qualcosa che non riusciamo ad accettare dall’esterno (per esempio sottomissione all’autorità di genitori o del capo a lavoro). Viene costruita anche una difesa, che non è altro che una repressione di sentimenti “che si teme possano essere inaccettabili per gli altri”. Un esempio è la condizione lo stringere i denti (mascella serrata), simbolicamente traducibile con la negazione del passaggio delle nostre emozioni, sia che esse provengano dall’esterno sia che facciano il percorso inverso. L’anello rigido a livello toracico crea una tensione che localizziamo a livello del diaframma, il muscolo “principe” della respirazione, restringendo l’apertura dove passa l’aria: questo provocherà alterazioni alla qualità della voce. Riassumendo, blocchiamo le emozioni che partono dal Cuore senza che la Nostra testa (il Cervello) riesca ad elaborarle, rendendoci inconsapevoli.

Lowen poi prosegue dicendo che L’anello di tensione è anche di origine funzionale e riguarda i muscoli scaleni anteriore, mediano e posteriore. Quando sono affetti da una tensione cronica questi muscoli elevano e immobilizzano le costole superiori, restringendo l’apertura che porta al petto. “

La dott.ssa Rainville, nel suo libro “Metamedicina”, associa la zona cervicale “al nostro valore intellettuale, alla capacità di prendere decisioni, fare scelte”. Possiamo simbolicamente collegare ai movimenti del collo rigidi una scarsa flessibilità. Questa viene intesa come una “negazione” dell’esplorazione del mondo: una tensione a livello cervicale non ci permetterà di guardarci in giro, seguire con le orecchie i suoni, e non seguire gli odori (un respiro “strozzato” non ci permetterà di concentrarci sull’olfatto). La flessione del capo, può tradursi come una situazione di vergogna, o come l’incapacità “di piegarsi” in quanto non umili.

APPROCCIO ALIMENTARE

Il Mangiare Meglio ci aiuterà a perdere peso e non gravare con dei carichi eccessivi a livello della zona cervicale. In questo caso, è sempre bene rivolgersi a un nutrizionista o dietologo per farsi prescrivere/consigliare una dieta (per la perdita di peso evitiamo il fai da te).

Inoltre, scuole di pensiero come quella della Kinesiologia, ci insegnano che anche allergie o intolleranze a livello alimentare possono manifestarsi a livello muscolare.

COME RIEQUILIBRARE IL NOSTRO CORPO?

Nella Medicina Olistica, e più precisamente nella Riflessologia, lavorando su una zona del corpo possiamo riequilibrare problematiche insorte in parti del corpo anche distanti. Proprio per questo potremo lavorare altre zone che sembrano lontane dal sintomo.

Voglio ricordarci che è la rigidità (o tensione) muscolare la CAUSA, che crea limitazioni al movimento.

La limitazione al movimento se non correttamente trattata porta come CONSEGUENZA ad usura, alterazioni (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Per recuperare il prima possibile il Nostro benessere Vi consiglio i seguenti Trattamenti:

  • Una prima seduta conoscitiva per poter personalizzare al meglio i Trattamenti sulla persona, non sul sintomo.
  • Trattamenti Manuali: I trattamenti manuali aiutano a distendere la muscolatura e l’articolazione (potete leggerne di più qui)
  • Movimento. Il movimento è costituito da esercizi mirati che aiuterà il detensionamento della muscolatura e dove necessario andranno a rinforzare quei muscoli che si riveleranno essere deboli.

ESEMPI DI TRATTAMENTO CONSIGLIATI

Vi propongo due esempi di metodi che uso nella mia pratica quotidiana.

Massaggio Miofasciale: è una tipologia di Trattamento Manuale nata grazie agli studi del dr. Andrew Still (osteopata). Questa metodica ci permetterà di trattare la FASCIA MUSCOLARE, guaina che riveste la muscolatura e altre strutture del Nostro corpo, quali tendini, legamenti, ossa, organi, visceri e ipoderma (pelle). Le zone elencate sono in stretto contatto l’una all’altra, quindi una tensione eccessiva in una zona può ripercuotersi in altre zone del corpo.

Riflessologia posturale biodinamica: se soffriamo di problematiche cervicali, la medicina cinese ci viene incontro con il trattamento del meridiano corrispondente al problema.

Per capire dove cominciare il proprio lavoro, l’operatore esegue alcuni test. Successivamente avremo varie modalità di trattamento, che possono essere usate singolarmente o insieme:

  • trattamento del meridiano collegato (in casi come il Tuina o lo Shiatsu);
  • zone livello del piede (riflessologia plantare), in questo caso, oltre agli organi in disfunzione verificheremo ad esempio i punti collegati alla zona cervicale. A livello della prima falange dell’alluce troviamo le vertebre cervicali. Muovere l’alluce può anche permetterci di fare una valutazione dei movimenti del collo. Successivamente potremo lavorare sulle zone del trapezio e egli altri muscoli tra le articolazioni metatarso-falangee delle altre dita.;
  • metameri su schiena e addome (riflessologia metamerica), agiremo sulle aree che si presentano dolenti al test palpatorio. In particolare faremo attenzione alle aree situate sui due trapezi, che sono collegati con Cistifellea (a dx) e Stomaco (a sx).

 

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Lorenzo Benetti

Lorenzo Benetti, Massofisioterapista iscritto all‘albo speciale nr. 45, Massaggiatore Sportivo, Riflessologo. Cod.fisc BNTLNZ83B27D325T,

 P.IVA 03723580274

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