Il concepimento dell’uomo come un’insieme di parti del corpo dissociate fra loro è riconducibile a Cartesio, padre della filosofia moderna, che separa il corpo dalla mente.
Questa dissociazione ci ha portato a considerare le nostre capacità fisiche di secondaria importanza rispetto alle capacità mentali.
Le ricerche scientifiche sull’embodied cognition (cognizione incarnata), sulla conoscenza integrata e gli approcci enattivi e integrati sviluppati negli ultimi anni hanno cambiato la conoscenza e la comprensione delle emozioni del comportamento e della conoscenza. Inoltre, è cambiata anche la conoscenza della relazione e interazione fra di loro nel corpo.
Vediamo ora le possibili relazioni.
Relazione cognizione – corpo.
La definizione di cognizione in senso “ampio” include attenzione, concentrazione, percezione, simbolizzazione, linguaggio, categorizzazione, contestualizzazione, associazione, immaginazione, memoria, rievocazione, logica, inferenza e significato.
Gli aspetti della cognizione appena elencati riguardano anche il corpo, e non solamente il cervello, visto che interagisce anch’esso con l’ambiente.
Ci sono numerosi studi scientifici che collegano la cognizione al corpo.
Nel suo esperimento presso l’Università di Chicago (1988), Genglin ha concluso che le persone avevano punteggi più alti nel risolvere problemi cognitivi quando il loro corpo era consapevole delle sensazioni corporee mentre svolgevano un compito, rispetto chi non provava le medesime sensazioni.
Un altro studio ha scoperto empiricamente la mediazione dell’elaborazione cognitiva di alcuni muscoli del corpo, ad esempio i flessori delle dita (Marcher&Fisch, 2010).
Il risultato di uno studio recente ha messo in luce che l’apprendimento è migliore quando corpo e ambiente sono coinvolti (Beilock, 2017): questo vale sia per elementi semplici sia per elementi complessi. Rispetto ai due precedenti, questo studio offre un’evidenza scientifica sull’importanza del corpo nel comprendere e lavorare con la cognizione.
Relazione tra cognizione – emozione.
La ricerca di Damasio (1994) metteva in evidenza l’importanza dell’emozione nella comprensione e nel lavoro con il comportamento.
Le ricerche attuali su cognizione incarnata e approcci enattivi nel corpo mostrano l’importanza dell’emozione e la sua integrazione per la comprensione e lavoro con la cognizione.
Infatti, per Barrett (2017) ci sarebbero più percorsi neurali che partono dalle aree cerebrali sede delle emozioni in direzione a quelle della cognizione e comportamento che viceversa.
I circuiti emotivi si attiverebbero prima dei circuiti cognitivi o in sovrapposizione tanto che tutti gli elementi della cognizione sarebbero mediati o influenzati o addirittura iniziati dalle emozioni (Colombetti&Thompson, 2008; Johnson, 2007).
Relazione tra cognizione – emozione – corpo.
La connessione cognizione-corpo è stata verificata mediante alcuni studi recenti sul coinvolgimento del corpo.
In un esperimento di Neidenthal (2007) in cui vengono debilitati i muscoli facciali (che hanno un ruolo importante nelle emozioni) i processi cognitivi sono pesantemente danneggiati.
I risultati di questo test mettono in evidenza che:
lavorando con il corpo in connessione con le emozione miglioreranno i risultati cognitivi,
al contrario, se il corpo per qualche motivo fosse danneggiato, risulterebbe compromesso anche il suo ruolo nelle emozioni, con il risultato che anche la cognizione ne soffrirebbe.
Relazione comportamento – emozione – corpo.
In una ricerca di Damasio (1999) è stato scoperto che le emozioni migliorano il comportamento corretto di una persona con conseguente scoperta di alternative comportamentali.
Inoltre le emozioni semplificano la scelta della giusta linea d’azione in base alle diverse situazioni.
In altre parole, Damasio afferma che prima di prendere qualsiasi decisione comportamentale l’emozione dovrebbe “essere sentita” dal corpo e solo successivamente essere presa in considerazione.
Relazione cognizione – emozione – comportamento.
Duncan e Barrett (2007) sostengono che l’emozione è una forma di cognizione.
Questo deriverebbe dal fatto che in ogni istante siamo in uno stato affettivo di base:
in termini di valenza: buona o cattiva,
in termini di eccitazione: alta o bassa.
Per quanto riguarda “l’inseparabilità della cognizione dal comportamento nella fisiologia, anche la percezione, un atto cognitivo, è ora considerata come un’azione (comportamento) e quindi praticamente inseparabile da essa” (Creem-Regher & Kunz, 2010). Inoltre, l’intenzionalità di un comportamento ha un significato (cognizione) ed è inseparabile dall’atto stesso.
“L’inseparabilità tra affetto e cognizione, tra affetto e comportamento, e tra cognizione e comportamento, e il ruolo primario svolto dall’influenza nel mediare sia la cognizione che il comportamento rendono questi tre elementi inseparabili mentre si presentano nell’organismo, anche se, in qualche modo, potrebbero essere separabili nell’esperienza.”(Hufendiek, 2016).
Pratica psicoterapeutica – didattica.
Il lavoro attraverso la psicoterapia classica e a orientamento corporeo risulta ad oggi non ottimale. Infatti questi metodi non tengono conto dell’integrazione delle informazioni viste precedentemente sulla relazione tra cognizione, emozione e comportamento.
Maggiori saranno le informazioni emotive nel nostro corpo, migliore sarà la probabilità che il corpo sarà disponibile ad attuare processi cognitivi, emotivi e comportamentali.
Potremmo ragionare anche al contrario, affermando che maggiore sarà la chiusura del corpo e delle emozioni maggiori saranno le “difese” che il nostro attuerà verso l’esterno con conseguente compromissione delle prestazioni cognitive e comportamentali, fra cui l’apprendimento.
Approcci psicoterapeutici più recenti utilizzano il tracking, metodica che traccia le sensazioni corporee.
Per quanto riguarda la didattica, abbiamo visto come apprendimento ed emozioni sono strettamente collegati, dal momento che quando memorizziamo informazioni inseriamo il concetto e l’emozione connessa.
Bisognerà perciò stimolare lo studente sotto molti punti di vista per apprendere al meglio: emotivamente, percettivamente, cognitivamente, dal punto di vista motorio.
Per far questo, la via migliore è stimolare la creatività, in quanto questa azione crea qualcosa di nuovo, e il processo per ottenere questa azione è attraverso l’immaginazione.
Questo processo può essere effettuato tramite la sperimentazione artistica. In ambito educativo questa permette di esplorare la realtà da vari punti di vista, i pensieri e le emozioni sono espressi dal punto di vista non verbale, si arriva a conoscere sé stessi e gli altri con esperienze che si avvalgono di cognizione e emozione.
Una delle arti su cui mi vorrei soffermare è la danza.
Danza come strumento educativo.
La danza può essere considerata strumento educativo in quanto ha origine dalla realtà interna ed esterna: nasce da gesti quotidiani, da passioni, da emozioni, da sentimenti.
I bambini sono tutti danzatori, e lo sono mentre saltano, corrono, rotolano scivolano. Questo loro modo di usare il corpo viene via via imbrigliato perché la scuola divide “l’allenamento del corpo” dall’allenamento mentale.
Questa divisione ci riporta alla divisione cartesiana, in cui mente e corpo sono divisi.
I bambini però imparano a conoscere il mondo prima grazie il proprio corpo, e poi danno un nome e parole a quello che sentono.
“Andare a scuola di emozioni significa diventare consapevoli dei propri sentimenti nel momento in cui essi si presentano, saper controllare quelli più negativi, sviluppare un ottimismo realistico, essere perseveranti nonostante le frustrazioni, entrare in sintonia emozionale con gli altri, aumentare, quindi, la propria capacità di essere empatici, cooperare e stabilire legami sociali.” (Laboratorio Danza – Donata Zocca, pag. 32).
Questo modo di vedere richiede una visione olistica della persona e permette nel percorso educativo di equilibrare la razionalità con la compassione e di stabilire un equilibrio nel mondo interiore di ognuno.
Come dicevamo precedentemente, la danza ha alcune caratteristiche che permettono una visione globale della persona:
una maggiore enfasi sul processo piuttosto che sul prodotto,
sviluppo di creatività, immaginazione e individualità,
enfasi su esperienza unica e personale nell’atto creativo,
esperienza della danza si basa su un insieme di principi o concetti piuttosto che su un gruppo sistematizzato di esercizi,
la danza creativa permette di rivoluzionare la logica dell’adulto-conduttore e del bambino-apprendista.
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Lorenzo Benetti
Lorenzo Benetti, Massofisioterapista iscritto all‘albo speciale nr. 45, Massaggiatore Sportivo, Riflessologo. Cod.fisc BNTLNZ83B27D325T,
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Bibliografia – Sitografia
Barrett, L. F. (2017). How emotions are made: The secret life of the brain. Houghton Mifflin Harcourt: Boston and New York.
Beilock, S. (2017). How the body knows its mind: The surprising power of the physical environment to influence the how you think and feel. New York, NY: Atria Books, Simon & Schuster, Inc.
Colombetti, G. & Thompson, E. (2008). The feeling body: Towards an enactive approach to emotion. In Overton W. F., Muller U., & Newman J. L. (Eds.), Developmental Perspectives on Embodiment and Consciousness (pp. 45-68), New York: Lawrence Erlbaum Associates.
Colombetti, G. (2014). The feeling body: Affective science meets the enactive mind. The MIT Press: Boston, Massachusetts & London, UK.
Creem-Regehr, S. H. and Kunz, B. R. (2010). Perception and action. WIREs Cogn Sci, 1: 800–810. doi:10.1002/wcs.82
Damasio, A. (1994). Descartes’ error: Emotion, reason, and the human brain. New York: Penguin Books.
Damasio, A. (2003). Looking for Spinoza: Joy, sorrow, and the feeling brain. Orlando, FL: Harcourt, Inc.
Duncan, S. and Barrett, L. F. (2007). Affect is a form of cognition: A neurobiological analysis. Cognition and Emotion, V 21(6), 1184 – 1211. Doi.org/10.1080/02699930701437931
Gendlin, E. T. (1998). Focusing-oriented psychotherapy: A manual of the experiential method. The Guildford Press: New York, New York.
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Marcher, L. & Fisch, S. (2010). Body encyclopedia: A guide to the psychological functions of the muscular system.Berkeley, CA: North Atlantic Books.
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Donata Zocca. Laboratorio Danza. Attività di movimento creativo con i bambini. Erickson Editore.
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