Riabilitazione ed esercizi.
In questo articolo vediamo 3 esercizi importantissimi per il Trattamento dell’epicondilite.
Scrivere un articolo sull’epicondilite è “svelarvi” uno dei motivi che mi ha spinto a fare il lavoro di Massofisioterapista (che sarà motivo di un articolo futuro). Quando ho “sofferto” di questa patologia si è infatti chiusa la mia (probabile) carriera di geometra/batterista e ho potuto cominciare a guadagnarmi da vivere con la mia passione.
Esercizi di stretching.
Per risolvere l’epicondilite e fare in modo che non si ripresenti più, è indispensabile cominciare un programma di stretching. Lo stretching infatti è molto importante per portare maggior ossigeno al tendine (vascolarizzandolo), e per allungare la muscolatura che si presenterà contratta. In caso non dovessimo fare lo stretching, potrebbero formarsi zone di necrosi che portano la trasformazione da tendinite a tendinosi (e si passa a dei sintomi cronici).
Proprio perchè non si avveri questa situazione, ecco un paio di esercizi:
Esercizio numero 1: “Preghiera”
In piedi o da seduti, uniamo le mani ad altezza del petto (come fossimo in posizione di preghiera) e allarghiamo i gomiti: in questo modo vedremo una discesa delle mani verso il basso. Raggiungiamo il punto di “massima Tensione” e rimaniamo in questa posizione per 15 – 30 secondi. Una volta trascorso il tempo, torniamo lentamente verso l’alto e ripetiamo l’esercizio.
Esercizio numero 2: Allungamento.
In piedi o seduti, con il braccio dritto, appoggiamo il dorso della mano su una superficie (ad esempio un tavolo) e flettiamo il polso verso il basso. Rimaniamo in questa posizione per 15 – 30 secondi e rilassiamo lentamente. Una volta trascorso il tempo, torniamo lentamente verso l’alto e ripetiamo l’esercizio. Questo esercizio è tratto da La terapia dei trigger point per il trattamento del dolore muscolare. Ediz. illustrata.
Esercizio numero 3: allungamento della catena muscolare del braccio (Triplice Riscaldatore).
Un esercizio di stretching che può fare al caso nostro è lo stretching di tutta la catena muscolare del braccio.
In piedi, partire con il dorso della mano appoggiato al muro, e cercare di chiudere la mano a pugno, con gomito dritto (se questo non fosse possibile, aiutarsi con l’altra mano per aiutare a chiudere il pugno). Dopo un po’ di respirazioni, girarsi come in figura a braccio perfettamente dritto e a pugno chiuso. Se questo non fosse possibile, aiutarsi con l’altra mano appoggiata sul gomito e tenere ben dritto il braccio. 5 respirazioni per parte, più quelle che vi serviranno per arrivare alla posizione della figura.
Questi esercizi vanno ripetuti più volte al giorno, arrivando fino al punto di massima tensione (che è quell’allungamento in cui sentiamo fastidio ma non dolore). Il dolore non dev’essere mai provato durante lo stretching, per non andare ad irrigidire ulteriormente.
Tutti gli esercizi vanno eseguiti seguendo una progressione: si comincia con 5 ripetizioni di ogni esercizio fino ad arrivare a 20/30 volte. Gli esercizi vanno proseguiti anche dopo la guarigione, per prevenire recidive (20/30 giorni possono bastare). Non va eseguito in fase acuta.
Il Massaggio Posturale Endogeno.
Se la problematica dell’epicondilite o dell’epitrocleite non è passata con gli interventi classici è perché i Trattamenti non sono stati effettuati sulla vera Causa, ma su una conseguenza. È come avessimo lavorato per tutto il tempo su un buco su un muro di casa nostra, rattoppandolo con le più moderne tecniche. Dimenticandoci però che magari quel buco poteva essere creato da una perdita d’acqua o qualcos’altro. E finché non trattiamo quella perdita d’acqua, il buco potrà aprirsi ancora e ancora, mandando in malora migliaia di euro spesi per “fantomatiche tecniche moderne”.
É indispensabile allora che il terapista adotti una visione diversa, che non sia basata sulla sintomatologia ma sulla reale causa, diversa da persona a persona.
Con questo non voglio dire che risolvere il dolore (o l’infiammazione o il trauma) non sia importante: infatti aiuta a sopportare tutto quello che facciamo giornalmente nella nostra vita.
Oltre a questo bisogna risalire alla causa del problema, per poterlo risolvere.
È indispensabile trattare l’individuo dopo un attento approfondimento della Vita della persona (stili di vita, lavoro, sport: tutti dati che servono per capire meglio di cos’ha bisogno la persona) per creare un Trattamento personalizzato, visto che tutti siamo diversi.
Bisogna rendersi conto che la problematica altro non è che una CONSEGUENZA che se trattata a sé stante potrà portare ad usura, alterazioni posturali (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).
Per risolvere le problematiche dell’epicondilite o dell’epitrocleite è utile il Massaggio Posturale Endogeno, una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.
Inoltre, sopratutto per la problematica di alluce valgo è indispensabile un programma riabilitativo che possa far regredire la deformazione ossea che si è venuta a creare.
Volendo fare un esempio, le zone colpite dall’epicondilite (sia che essa sia mediale che laterale) sono attraversate da 6 meridiani: partendo dall’interno verso l’esterno, troveremo Polmone, Cuore, Pericardio, Grosso Intestino, Intestino Tenue e Triplice Riscaldatore.
Per capire quale Meridiano trattare si possono effettuare dei Test manuali o vedere se c’è un punto specifico dolente e a quale meridiano corrisponde.
Per un Trattamento sintomatico si possono trattare i punti facenti parte della “cerniera del gomito”, che sono: 5P, 3Mc, 3C, 8Ig, 10 Tr, 11 Gi.