Bandelletta ileo-tibiale. Come risolvere i problemi alla parte esterna della gamba? Bandelletta ileo-tibiale. Come risolvere i problemi alla parte esterna della gamba?

Bandelletta ileotibiale.

Come risolvere i Dolori parte esterna della gamba?

I dolori alla parte esterna della gamba (più precisamente bandelletta ileotibiale) sono causati da un muscolo. Il tensore della fascia lata (da questo momento in poi TFL) è un muscolo dell’anca piuttosto noto tra gli operatori sanitari. Il motivo di questa “fama” è il fatto che viene ritenuto il responsabile di dolore e disfunzione a carico degli arti inferiori, del bacino e della colonna vertebrale.

La parte finale del muscolo è la bandelletta ileotibiale (o ITB o fascia ileotibiale), famigerata per i runner e i calciatori in quanto molto spesso si può infiammare e rendere dolorosa la pratica sportiva quotidiana.

Tensore della fascia lata e bandelletta ileotibiale sono situati nella parte laterale della gamba, lavorano in sinergia e forniscono supporto posturale durante la camminata, soprattutto nell’appoggio a una gamba sola. Inoltre limitano lo stress di trazione sul femore causato da una combinazione di peso corporeo, forza di reazione al suolo e dal modo in cui questi creano forze di flessione individuali contro il femore.

In questo articolo andremo a far luce sull’anatomia e la fisiologia del muscolo (come si muove e le sue azioni) e se veramente creano tutte le problematiche posturali, mal di schiena, problemi alle anche o al bacino di cui si sente sempre parlare.

Anatomia del Tensore della fascia lata (TFL) e della bandelletta ileotibiale (ITB).

Quando si parla di anatomia del tensore della fascia lata, questo dovrebbe essere considerato con la bandelletta ileotibiale, in quanto queste due strutture lavorano in sinergia.

L’origine del tensore della fascia lata è sulla cresta iliaca (appena lateralmente al sartorio), più precisamente sulla SIAS, e si estende posteriormente lungo la cresta iliaca in cui si uniscono diversi tipi di tessuto nella cresta iliaca e nella fascia glutea.

L’inserzione ossea si trova sul femore e possiamo vedere un inserimento fasciale sulla fascia ileotibiale (regione longitudinale medio della fascia lata della coscia).

La fascia lata è a sua volta suddivisa in vari fasci.

  • Lo strato longitudinale (MLL) è uno spesso tessuto connettivo che ha origine sulla cresta iliaca e si estende in basso in varie inserzioni. Si fonde con lo strato trasversale interno della fascia lata e si inserisce direttamente sul femore. Lo strato longitudinale presenta anche fibre superficiali che si estendono fino in fondo e si inseriscono nel ginocchio. Anteriormente, il MLL circonda il TFL per garantire che il muscolo sia unito efficacemente tra lo strato longitudinale medio e superficiale e profondo. Qui possiamo notare anche fibre che si collegano al muscolo grande gluteo. Alcune delle fibre distali di entrambe le teste del TFL si inseriscono nel MLL. Nessuno di questi tessuti attraversa l’articolazione del ginocchio, quindi non hanno effetto sul movimento della tibia. L’MLL viaggia lungo la coscia e si combina posteriormente con lo strato interno dello strato trasversale della fascia lata poiché è ampiamente sviluppato e denso all’interno del terzo superiore della coscia. Più in basso nella coscia, la fascia ileotibiale continua come una sezione ispessita della fascia lata, creando la barriera fasciale tra il quadricipite (anteriormente) e gli ischiocrurali (o muscoli posteriori della coscia o in inglese hamstring). Avvolge quindi completamente la coscia, tendendosi alla diafisi femorale laterale distale attraverso forti fibre a forma di fili tesi in direzione obliqua, e seguendo il retinacolo interno. La divisione appena illustrata ha portato a pensare che la fascia lata abbia uno scarso coinvolgimento nella mobilità della tibia e del ginocchio e la funzione primaria è diretta all’anca.
  • Fibre anteromediali (AM). La funzione delle fibre anteromediali è quella di flettere l’anca durante i movimenti in catena cinetica aperta, ad es. nella flessione dell’anca durante la fase di oscillazione dell’andatura. Il muscolo tensore della fascia lata deve essere inattivo per consentire l’estensione dell’anca durante la fase di appoggio. Le fibre AM sono più attive nei movimenti di flessione dell’anca così come nei movimenti di abduzione. Questo dev’essere tenuto presente da tutti gli operatori sanitari nella riabilitazione dell’anca specifici per i muscoli glutei e altri rotatori esterni dell’anca. Da notare che il muscolo è più attivo durante la fase di accelerazione della corsa, e questo dimostra il suo ruolo come potente flessore dell’anca.
  • Fibre posterolaterali (PL). Sono più attive durante la fase di appoggio nell’andatura. Il muscolo agirebbe in questo caso come stabilizzatore dell’anca durante la posizione della gamba singola, poiché attiva il suo ruolo di abduttore dell’anca. Nei movimenti a catena cinetica aperta pura le PL sono attive in tutti i movimenti di rotazione interna dell’anca e nei movimenti di abduzione. Similmente alle fibre AM (anteromediali), anche nelle PL (posterolaterali) rimangono limitate se l’anca sta adducendo mentre è in rotazione esterna.

Funzioni del Tensore della fascia lata nel ginocchio.

Dal punto di vista anatomico, il tensore della fascia lata contrariamente a quello che si pensa non da movimenti con il ginocchio e non muove la rotula.

Quindi, il ruolo più probabile che il TFL ha nella stabilità della rotula del ginocchio avviene indirettamente, attraverso il mantenimento della tensione nella fascia lata e nella porzione distale dell’ITB che si combina con il retinacolo della rotula.

Forza di trazione del femore. In quanto bipede l’essere umano è l’unico che presenta una fascia lata lungo il fianco, e proprio per questo TFL e ITB avrebbero un ruolo nell’equilibrio e nella posizione bipede. L’essere umano è l’unico che durante l’andatura resta in piedi con una gamba sola. Questo può portare a grandi forze di trazione laterale e compressione del femore mediale che, se non adeguatamente tenute sotto controllo, possono portare al “piegamento” (varismo) del femore.

Queste forze potrebbero essere parzialmente limitate contraendo la fascia lata. Anche la contrazione sinergica del TFL e del grande gluteo potrebbero essere aggiunte alla contrazione dell’ITB portando a ridurre ancor di più la forza di tensione laterale sul femore.

Cause Tensore Fascia Lata – Bandelletta ileotibiale.

Alla luce di tutte le disquisizioni fatte sull’anatomia e la fisiologia del Tensore della fascia lata possiamo concludere che il Tensore della fascia lata ha un ruolo fondamentale nel causare la rotazione/flessione interna dell’anca durante la fase di appoggio dell’andatura.

Un altro ruolo molto importante è nel mantenimento di una posizione pelvica stabile. Il piccolo e il medio gluteo, lavorando principalmente sull’anca, contribuirebbero invece sulla compressione e stabilizzazione nell’anca, che si traduce con

Quindi, il tensore della fascia lata ha il massimo vantaggio meccanico per influenzare il bacino e l’articolazione dell’anca. È infatti il muscolo più anteriore dell’anca, e si ritiene di conseguenza che abbia il maggiore vantaggio di leva per incoraggiare una postura di flessione o inclinazione dell’ileo. Se osserviamo anteriormente l’anca, il TFL è il muscolo più laterale, pertanto ha una leva maggiore per influenzare l’abduzione dell’anca. Queste leve spiegano perché un muscolo così piccolo ha un’influenza così grande nelle disfunzioni.

Infine, visto che le fibre interessano anche la parte bassa della schiena, i glutei e il bacino possiamo dire che anche queste strutture possono essere direttamente interessate provocando dolori, infiammazioni a causa di disfunzioni/rigidità a livello del TFL.

Dobbiamo ricordarci inoltre che il corpo non è costituito di piccole parti a sé stanti, ma è più giusto considerarlo come un tutt’uno, e in quest’ottica anche strutture “lontane” dal TFL possono essere colpite.

Valutazione bandelletta ileotibiale.

Per valutare la bandelletta ileo-tibiale bisogna testare il tensore della fascia lata. Il medico, o il masso-fisioterapista ricorre al test di Thomas, che comprende anche i muscoli retto femorale, sartorio e muscoli dell’ITB.

  • Test di Thomas: In generale viene utilizzato per verificare le contratture di flessione dell’anca; più specificamente verifica le limitazioni capsulari anteriori o laterali o la tensione del flessore dell’anca. Al paziente viene chiesto di posizionarsi supino. L’esaminatore verifica la presenza di iperlordosi, che è un fattore predittivo di un flessore dell’anca corto. L’esaminatore quindi flette un’anca portando il ginocchio al petto e chiede al paziente di tenere il ginocchio per aiutare a stabilizzare il bacino e appiattire la zona lombare. Se la gamba sottoposta a test (la gamba sul tavolo) non presenta contratture rimarrà sul lettino. Se è presente una contrattura, la gamba si solleverà dal tavolo. Il test può anche essere eseguito con la posizione iniziale di entrambe le ginocchia completamente flesse sul torace e abbassando lentamente la gamba in esame per vedere se la gamba arriva sul lettino. La mancanza di un’estensione completa dell’anca con una flessione del ginocchio inferiore a 45 ° indica una tensione del muscolo ileopsoas. Se si raggiunge la massima estensione in questa posizione, ciò indica la tensione del retto femorale. Se si osserva una rotazione esterna dell’anca, ciò può indicare una tensione dell’ITB (bandelletta ileotibiale).

Cosa fare se la problematica alla bandelletta ileotibiale o al tensore della fascia lata non passano?

Se la problematica del dolore al Tensore della fascia lata non è passata con gli interventi classici è perché i Trattamenti non sono stati effettuati sulla vera Causa, ma su una conseguenza. È come avessimo lavorato per tutto il tempo su un buco su un muro di casa nostra, rattoppandolo con le più moderne tecniche. Dimenticandoci però che magari quel buco poteva essere creato da una perdita d’acqua o qualcos’altro. E finché non trattiamo quella perdita d’acqua, il buco potrà aprirsi ancora e ancora, mandando in malora migliaia di euro spesi per “fantomatiche tecniche moderne”.

É indispensabile allora che il terapista adotti una visione olistica, in modo da capire e interpretare l’origine de dolore.

Con questo non voglio dire che risolvere il dolore (o l’infiammazione o il trauma) non sia importante: infatti aiuta a sopportare tutto quello che facciamo giornalmente nella nostra vita.

Oltre a questo bisogna risalire alla causa del problema, per poterlo risolvere.

È indispensabile trattare l’individuo dopo un attento approfondimento della Vita della persona (stili di vita, lavoro, sport: tutti dati che servono per capire meglio di cos’ha bisogno la persona) per creare un Trattamento personalizzato, visto che tutti siamo diversi.

Bisogna rendersi conto che la problematica altro non è che una CONSEGUENZA che se trattata a sé stante potrà portare ad usura, alterazioni posturali (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Per risolvere le problematiche di alluce valgo è utile il Massaggio Poasturale Endogeno, una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Il Massaggio Posturale endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Inoltre, sopratutto per la problematica a carico del tensore della fascia lata (TFL) e bandelletta ileotibiale (ITB) è indispensabile un programma riabilitativo ed esercizi che possa far regredire la deformazione ossea che si è venuta a creare.

Esercizi bandelletta ileo-tibiale.

Gli esercizi contenuti nel documento qui sotto sono studiati apposta per risolvere ed allungare i dolori nella parte esterna della gamba causati dalla bandelletta ileo-tibiale. Seguite i consigli all’inizio della brochure. Per qualsiasi dubbio o appuntamento scrivetemi!

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