Epicondilite. E se non passa? Epicondilite. E se non passa?

Epicondilite.

Cosa fare se non passa?

La mia esperienza mi ha portato a capire che  disturbi che si presentano nel Nostro corpo in realtà hanno origine da componenti multifattoriali.

Possono essere problematiche fisiche (lontane dalla zona colpita), sintomi emotivi, o alimentari. Queste “cause” a lungo andare provocano posture scorrette, tensioni a livello muscolare, blocchi articolari, ecc.

Liberare il corpo da queste costrizioni ci aiuterà a correggere alcune posizioni di stress e recuperare vitalità e Ben-Essere.

Rimedi Naturali.

Ancora prima della nascita del farmaco, l’Uomo conosceva i segreti della Natura e li usava per curare le malattie e prevenire l’insorgenza delle stesse. Per esempio, se oggi utilizziamo l’Aspirina (acetilsalicilico) per sintomi influenzali, nel passato si usavano le tisane a base di foglie di salice.

  • USO INTERNO: sono consigliati l’Artiglio del Diavolo, salice, zenzero, boswelia e partenio. Possono essere assunti per via orale, in forma di decotti, tisane o pastiglie. Quello più consigliato della lista è l’artiglio del diavolo. Una ricerca della Cochrane Collaboration ci indica che l’utilizzo di estratto secco (tale da fornirci 50-110 mg al giorno di arpagoside) può aiutarci a diminuire il dolore e ridurre l’utilizzo di farmaci antidolorifici e antinfiammatori. Attenzione a possibili allergie e intolleranze gastriche.
  • USO ESTERNO: le stesse piante di cui abbiamo parlato precedentemente possono essere utilizzate anche come creme, olii e unguenti. Altre due piante (che potremo utilizzare sempre sotto forma di creme od olii) sono l’Arnica (con principi attivi antinfiammatori, antireumatici e analgesici) e la Canfora (proprietà rubefacente). Possiamo utilizzare impacchi di argilla contro l’infiammazione: in questo modo ridurremo l’edema e attenueremo il dolore. Il mio consiglio è quello di utilizzarla 2/3 volte al giorno.

Se siete allergici a qualche principio attivo (o avete dubbi di esserlo), o se avete dei dubbi, seguite sempre i consigli del farmacista o del Vostro medico.

Epicondilite e Psicosomatica

La dott.ssa Claudia Rainville, nel suo libro “Metamedicina, ogni sintomo è un messaggio”, associa i gomiti ai cambiamenti di direzione. Può essere che nella nostra vita siamo poco flessibili (mancanza di movimento del gomito) o ci sentiamo sminuiti da una situazione o da qualcuno. L’epicondilite, come problematica psicosomatica, potrebbe essere legata a situazioni o persone a cui siamo dipendenti o vincolati.

Altre chiavi di lettura possono essere il fatto che il movimento del gomito ci aiuta in situazioni come abbracciare o ci dà l forza per poter spingere via qualcuno o qualcosa di indesiderato: grazie a questa articolazione possiamo infatti tenere la distanza da altre persone, avvicinarle, respingerle o accettarle.

L’ultima chiave di lettura che possiamo trovare è nel fatto che il gomito equivale a posizioni di attacco e difesa (basti pensare alle arti marziali o a detti popolari come “farsi scudo” o “farsi largo coi gomiti”). Dopotutto, ce lo dice ancche la psicologia! Negli anni ’50 Walter Cannon fu il pioniere degli studi delle reazioni dell’individuo a stimoli avversi (flight or fight).

Pochi anni più tardi le idee di Cannon furono ampliate dal dott. Seyle nella teoria della “Sindrome Generale di Adattamento”.

Oggetto dello studio è la risposta fisiologica a una minaccia dell’omeostasi dell’organismo. La risposta dell’organismo viene definita “stress” e l’agente causale prende nome di “stressor”.

La “Sindrome Generale di Adattamento” è costituita da 3 fasi:

Reazione di allarme: siamo in una fase di ridotta resistenza dove si attivano i meccanismi di difesa.

Questa fase è a sua volta suddivisa in 3 sottofasi:

1.1) Fase preliminare o di shock: dove il corpo subisce passivamente (per limitare gli effetti nocivi dello stress che per organizzare le difese),

1.2) Fase di contro-shock: dove il corpo mette in atto tutte le difese a disposizione e prende il sopravvento il sistema Simpatico.

1.3) Fase di ripresa: in questa fase interviene il Sistema Parasimpatico e si ha una rigenerazione energetica. Si possono verificare due possibilità: o il corpo torna nella situazione di omeostasi, o si passa alla fase 2 perché lo stressor non è stato sconfitto.

Fase di resistenza. In questa fase si verifica il massimo adattamento possibile per il corpo che dovrebbe, nelle migliori intenzioni, riportare equilibrio all’organismo.  Se neanche questa fase è sufficiente, si passa alla fase 3.

Fase di esaurimento. In questa fase l’adattamento cessa e non si riescono ad apportare le giuste difese. Gli agenti stressogeni (interni o esterni) prevalgono.

Il Massaggio Posturale Endogeno.

Se la problematica dell’epicondilite o dell’epitrocleite non è passata con gli interventi classici è perché i Trattamenti non sono stati effettuati sulla vera Causa, ma su una conseguenza. È come avessimo lavorato per tutto il tempo su un buco su un muro di casa nostra, rattoppandolo con le più moderne tecniche. Dimenticandoci però che magari quel buco poteva essere creato da una perdita d’acqua o qualcos’altro. E finché non trattiamo quella perdita d’acqua, il buco potrà aprirsi ancora e ancora, mandando in malora migliaia di euro spesi per “fantomatiche tecniche moderne”.

É indispensabile allora che il terapista adotti una visione diversa, che non sia basata sulla sintomatologia ma sulla reale causa, diversa da persona a persona.

Con questo non voglio dire che risolvere il dolore (o l’infiammazione o il trauma) non sia importante: infatti aiuta a sopportare tutto quello che facciamo giornalmente nella nostra vita.

Oltre a questo bisogna risalire alla causa del problema, per poterlo risolvere.

È indispensabile trattare l’individuo dopo un attento approfondimento della Vita della persona (stili di vita, lavoro, sport: tutti dati che servono per capire meglio di cos’ha bisogno la persona) per creare un Trattamento personalizzato, visto che tutti siamo diversi.

Bisogna rendersi conto che la problematica altro non è che una CONSEGUENZA che se trattata a sé stante potrà  portare ad usura, alterazioni posturali (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Per risolvere le problematiche dell’epicondilite o dell’epitrocleite è utile il Massaggio Posturale Endogeno, una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Inoltre, sopratutto per la problematica di alluce valgo è indispensabile un programma riabilitativo che possa far regredire la deformazione ossea che si è venuta a creare.

Volendo fare un esempio, le zone colpite dall’epicondilite (sia che essa sia mediale che laterale) sono attraversate da 6 meridiani: partendo dall’interno verso l’esterno, troveremo Polmone, Cuore, Pericardio, Grosso Intestino, Intestino Tenue e Triplice Riscaldatore.

Per capire quale Meridiano trattare si possono effettuare dei Test manuali o vedere se c’è un punto specifico dolente e a quale meridiano corrisponde.

Per un Trattamento sintomatico si possono trattare i punti facenti parte della “cerniera del gomito”, che sono: 5P, 3Mc, 3C, 8Ig, 10 Tr, 11 Gi.

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