Neuroma di Morton. Cosa fare? Come prevenire? Neuroma di Morton. Cosa fare? Come prevenire?

Neuroma di Morton.

Cosa fare? Come prevenire?

Il Neuroma di Morton è una comune metatarsalgia di natura infiammatoria. Colpisce il piede a livello dei metatarsi, ovvero fra le dita del piede e il tarso.

Normalmente il Neuroma di Morton colpisce più le donne che gli uomini.

Chi è afflitto da Neuroma di Morton è normalmente soggetto a fastidi e dolori nella zona, e molte volte anche la camminata risulta faticosa.

Contrariamente a quello che si pensa, si possono ridurre i sintomi del Neuroma di Morton fino ad eliminarli con un percorso conservativo, senza ricorrere alla tanto odiata chirurgia.

Prima di vedere come risolvere questa problematica vediamo le caratteristiche, i sintomi e le cause del Neuroma di Morton.

Che cos’è il Neuroma di Morton.

Il Neuroma di Morton colpisce solitamente più le donne che gli uomini.

È una metatarsalgia di natura infiammatoria che colpisce la zona dei metatarsi, ovvero le ossa che sono situate prima delle falangi delle dita del piede.

Negli spazi metatarsali, più precisamente nella zona inferiore del piede, sono situati i nervi interdigitali. Nel Neuroma di Morton uno di essi viene continuamente sollecitato, e questa sollecitazione porta nel tempo alla formazione di tessuto fibroso che “avvolge” il nervo. Intorno al nervo si forma così un “ingrossamento” che prende il nome di Neuroma.

I nervi interdigitali possono essere tutti colpiti dal Neuroma, ma è più facile che questa problematica si presenti a livello del terzo e quarto dito. Questo perché in questa zona lo spazio dove scorre il nervo è minore rispetto agli altri spazi del piede.

Sintomi Neuroma di Morton.

La caratteristica del Neuroma di Morton è la presenza di forte fastidio o dolore localizzato, che si presentano a fasi intermittenti.

La sensazione può essere di scossa elettrica o bruciore all’interno del piede.

Nella fase iniziale il dolore è presente in alcuni momenti, intervallato da momenti dove la persona non sente nulla. Se non correttamente trattato, il dolore può peggiorare, diventando sempre più frequente.

A livello percettivo la persona riferisce di sentire una “pallina” nel punto dolente/fastidioso.

Può succedere che il dolore non sia localizzato ma si irradi nelle zone limitrofe al Neuroma di Morton: avremo per esempio dolori laterali o nell’avampiede (la metà anteriore del piede) o anche l’interessamento di tutte le dita.

Altri sintomi del Neuroma di Morton potrebbero essere la perdita di sensibilità e formicolio nelle zone colpite dalla problematica.

Cause Neuroma di Morton.

La formazione del Neuroma di Morton può avere molte cause. La ricerca scientifica negli anni ha scoperto alcuni fattori scatenanti.

Utilizzo di calzature non adatte. Fanno parte di questa categoria per esempio i tacchi alti o calzature non adeguate.

A piedi nudi, il peso del corpo si distribuisce normalmente dell 55% sull’avampiede (parte anteriore) e 45% sul tallone (parte posteriore).

Nel piede della persona che usa tacchi alti (9 cm) il peso del corpo si distribuirebbe 80% su avampiede (parte anteriore) e 20% sul tallone. La distribuzione errata nel piede porta nel lungo periodo a problematiche, come rigidità, infiammazione o il Neuroma di Morton.

Se la scarpa ha la punta stretta il piede si troverebbe ad essere “schiacciato”, andando a comprimere ulteriormente le dita del piede e di conseguenza anche gli spazi dove scorrono i nervi.

Un trauma del piede potrebbe portare a una deformazione delle articolazioni, ma anche degli spazi fra un dito e l’altro, come nel caso del Neuroma di Morton. Il trauma può essere sia una frattura che una “banale” distorsione a carico della caviglia. O anche un modo errato di correre o di marciare: infatti anche in questi casi si possono creare microtraumi che nel tempo creano varie problematiche fra cui questa e valgono le stesse motivazioni della scarpa stretta.

Problematiche come il piede cavo portano a un carico errato. La situazione che si viene a creare è quella del tacco, dove il carico del corpo è spostato nella parte anteriore del piede. Questo porta una distribuzione errata che può portare al Neuroma di Morton.

Malformazioni del piede o alluce valgo. Può succedere che siano presenti alcune differenze anatomiche alla nascita e queste provocano problemi. Un esempio potrebbero essere due dita più vicine del normale, cosa che provoca meno spazio fra le due articolazioni.

L’alluce valgo invece potrebbe essere la causa del Neuroma di Morton perché con la sua deformazione cambia gli spazi delle articolazioni. Questo potrebbe portare a un restringimento della zona dove scorre il nervo interdigitale.

Postura scorretta. Per quanto riguarda la mia esperienza, posso dire che la causa sarebbe da ricercare nella presenza di artriti, problemi di peso e postura che vanno a sommarsi ad aspetti fisici, mentali ed emotivi che ognuno di noi porta nel suo bagaglio personale (che vedremo in un articolo a parte). Calzature e altri ausili non fanno altro che peggiorare la situazione.

Molte volte, chi è afflitto dal Neuroma di Morton non si accorge del fatto che poggia male il piede, cosa che provoca varie problematiche e dolori non solo in questa zona, ma anche in tutto il resto del corpo.

Diagnosi Neuroma di Morton.

Per essere sicuri che i sintomi visti precedentemente corrispondano al Neuroma di Morton è utile eseguire una visita ortopedica specialistica.

All’interno della visita il medico eseguirà test palpatori per confermare se la metatarsalgia che affligge la persona è Neuroma di Morton o se il problema è un altro.

Il test che usa il medico è il Segno di Mulder: mediante alcune manovre la persona potrebbe avvertire un “click” che conferma se il nervo interdigitale ha subito una compressione e quindi è presente il neuroma.

È utile anche eseguire dei test diagnostici come l’ecografia e la risonanza magnetica nucleare (RMN), nel caso in cui il medico non sia del tutto sicuro e abbia bisogno di ulteriori accertamenti.
Questi esami potrebbero inoltre far capire allo specialista se sono presenti altre problematiche o se queste possono essere escluse.

Cosa fare. Trattamento conservativo Neuroma di Morton.

Nel caso in cui il paziente non abbia dolori da più di 6 mesi si può ricorrere al trattamento conservativo, che ha i seguenti obbiettivi:

  • abbassamento del dolore e dell’eventuale infiammazione,
  • cambiamento dei comportamenti che provocano il Neuroma di Morton.

Qui di seguito trovate alcuni consigli che sono utili nella mia pratica quotidiana di lavoro.

  • Ghiaccio: per ridurre infiammazione e dolore, il consiglio è fare un impacco e tenerlo per circa 20 minuti, 2/3 volte al giorno per almeno 10 giorni. Il consiglio è quello di avvolgere dentro un panno il ghiaccio, per non metterlo direttamente a contatto con la pelle.
  • Argilla: come il ghiaccio, riduce l’infiammazione e il dolore. Anche in questo caso si può applicare per 25 – 30 minuti per 2/3 volte al giorno per almeno 10 giorni.
  • Plantari, protesi e ortesi: sono prescritte da un ortopedico. È preferibile evitare il fai-da-te che può causare danni maggiori. Allo stesso tempo non esistono prove concrete della reale efficacia di questi ausili, quindi non possiamo aspettarci che questi ci facciano da soli sparire tutti i problemi.
  • Attività Giornaliere”: Evitare attività che facciano stare molto in piedi e utilizzare il meno possibile scarpe strette o tacchi alti per troppo tempo. Queste attività possono nel tempo cambiare la postura e e creare altre problematiche oltre il Neuroma di Morton. Se i dolori sono già presenti è indispensabile evitare del tutto scarpe strette e tacchi alti, usando il ghiaccio come antidolorifico.
  • Riabilitazione.

Cosa fare? Trattamento con il Massaggio Posturale Endogeno.

Se la problematica del Neuroma di Morton non è passata con gli interventi descritti in precedenza è indispensabile che il terapista adotti una visione olistica, in modo da capire e interpretare l’origine del dolore.

Con questo non voglio dire che risolvere il dolore (o l’infiammazione o il trauma) non sia importante: infatti aiuta a sopportare tutto quello che facciamo giornalmente nella nostra vita.

Oltre a questo bisogna andare alla causa del problema, per poterlo risolvere.

È indispensabile trattare l’individuo dopo un attento approfondimento della Vita della persona (stili di vita, lavoro, sport: tutti dati che servono per capire meglio di cos’ha bisogno la persona) per creare un Trattamento personalizzato, visto che tutti siamo diversi.

Bisogna rendersi conto che la problematica altro non è che una CONSEGUENZA che se trattata a sé stante potrà portare ad usura, alterazioni posturali (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Per risolvere le problematiche di alluce valgo è utile il Massaggio Posturale Endogeno, una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Riassumendo, il Massaggio Posturale endogeno aiuta la persona afflitta da Neuroma di Morton:

  • ad abbassare il dolore,
  • ad allentare le tensioni muscolari e nervose
  • ad aumentare la circolazione locale per eliminare eventuali residui infiammatori.

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