Dolori all'anca? come risolvere Dolori all'anca? come risolvere

Problemi all’Anca?

Come risolvere i problemi a carico di questa articolazione?

L’anca è un’articolazione che fa parte della famiglia delle enartrosi, come l’articolazione della spalla.

A differenza di quest’ultima, però, la funzione principale dell’anca è quella di sopportare fino all’80% del carico del nostro corpo.

Quindi l’azione di sostegno è la funzione principale dell’articolazione dell’anca e questo comporta anche il mantenere l’equilibrio e il giusto angolo di inclinazione pelvica.

Ma com’è che l’anca svolge questa funzione e riesce allo stesso tempo muovere l’arto inferiore?

Vediamo nel dettaglio le componenti e come queste si comportano insieme per il corretto funzionamento di quest’articolazione.

Stabilità dell’anca.

La stabilizzazione dell’anca è dovuta ai seguenti elementi.

Struttura trabecolare.

Il collo del femore e la testa femorale sono posizionati come una trave a sbalzo (la trave a sbalzo è una trave che è supportata solo da una delle sue estremità). Le travi a sbalzo sono utilizzate, per es. per creare i terrazzi che abbiamo nelle abitazioni.

Il collo femorale è contraddistinto da un’architettura che lo rende resistente.

Resistenza che è dovuta anche dal posizionamento trabecolare nel segmento prossimale del femore, che si incrociano perpendicolarmente. Questa disposizione rende più resistente quest’area alle pressioni esterne e interne su testa e collo del femore.

Superfici articolari

L’anca è sostanzialmente la composizione di un’articolazione fra l’acetabolo del bacino e la testa del femore.

La testa femorale si trova in fondo all’acetabolo, oltre che per la messa in tensione di varie strutture (legamenti, muscoli e alla capsula articolare), anche per un altro motivo: “l’effetto del vuoto d’aria”. Il vuoto d’aria mantiene la testa femorale in fondo all’acetabolo.

Grazie a un esperimento condotto dai fratelli Weber, si è scoperto che, anche se levassimo tutte le parti molli dell’articolazione (legamenti, muscoli, ecc), la testa del femore non si staccherebbe comunque. È solo se noi facessimo entrare dell’aria all’interno dell’acetabolo che riusciremmo a staccarla dalla sua sede.

Legamenti e muscoli.

Il carico in stazione eretta (ovvero quando siamo in piedi) favorisce l’adesione della fossa acetabolare e la testa del femore, anche se la posizione in cui questa è ai massimi livelli è in posizione di quadrupedia.

Questo è dovuto da alcune accortezze presenti nell’articolazione che permettono alla testa del femore la giusta adesione e stabilità.  Queste strutture sono il cercine acetabolare (struttura fibro-cartilaginea adesa alla rima acetabolare, chesvolge un ruolo importante nel mantenere una adeguata pressione negativa intra-articolare garantendo in tal modo la stabilità articolare), i legamenti e i muscoli.

Il movimento in cui si creano dei problemi è quello della flessione, in cui i legamenti si detendono e  si vengono a creare tutti quei carichi dannosi per l’articolazione dell’anca. 

I legamenti

Come dicevamo poc’anzi, i legamenti servono per mantenere la stabilità. Nell’anca sono divisi in:

  1. Intracapsulari. Consiste in un unico legamento che va dalla fossa acetavolare alla fovea del femore.
  2. Extracapsulari. I principali sono 3:

– ileofemorale: a forma di y, va dalla SIAS, si biforca e si inserisce nella linea intertrocanterica del femore. Previene l’iperestensione.

– pubofemorale: origina dai rami pubici inferiori e si inserisce nella linea intertrocanterica del femore. Previene eccessive abduzioni ed estensioni.

– Ischiofemorale: origina nell’ischio e si inserisce nel grande trocantere. Rinforza la capsula articolare, mantiene la testa femorale in sede e previene iperestensioni eccessive.

Movimenti e muscoli.

Essendo un enartrosi, l’articolazione dell’anca può eseguire movimenti nei 3 gradi di libertà (ovvero tutti i possibili).

I movimenti permessi sono i seguenti:

I muscoli saranno “presentati” in base alla sequenza dei movimenti descritti in precedenza. Descriveremo quindi prima i flessori, successivamente gli estensori, infine abduttori ed adduttori. I rotatori interni ed esterni sono presenti anche in altri movimenti, quindi in questa sezione saranno solamente citati.

Muscoli flessori

I muscoli flessori sono i seguenti:

Ileopsoas: è il principale flessore dell’anca. Oltre a questo, ruota esternamente e adduce il femore. È importante a livello posturale: stabilizza insieme al legamento ileo-fermorale l’anca e nella deambulazione è sempre presente (sopratutto il lavoro dell’ileo). Per saperne di più su questo importantissimo muscolo, lascio il link a un articolo a lui dedicato.

Retto femorale:  secondo flessore per importanza dopo l’ileopsoas. Insieme ai 3 vasti è estensore del ginocchio.  A punto fisso sulla tibia aiuta nell’antiversione del bacino.

Sartorio: terzo per importanza nella flessione dell’anca. Se fa punto fisso sulla SIAS, favorisce l’antiversione del bacino. Inoltre flette e ruota il ginocchio e ruota internamente la gamba.

Tensore fascia lata: è flessore, abduttore e rotatore interno dell’anca. A ginocchio flesso è anche rotatore esterno.

Pettineo: è adduttore e flessore dell’anca.

Addutori (lungo, breve e grande). Il lungo adduttore e breve sono adduttori e rotatori esterno e  deboli flessori dell’anca. Il grande adduttore è un’adduttore. Agisce anche da estensore e rotatore interno (internamente con l’inserzione nel tubercolo adduttorio e l’anca è extraruotata e flessa al ginocchio) e rotatore esterno (con l’inserzione sulla linea aspra del femore).

Gracile: principalmente adduttore dell’anca a ginocchio esteso e rotatore interno. È un debole flessore dell’anca e flessore del ginocchio.

Muscoli estensori

Grande gluteo: è il più importante estensore (sopratutto ad angoli di flessione fra 45 e 90° che lo rendono importante in sport come il ciclismo) e rotatore esterno dell’articolazione dell’anca. Porta in retroversione il bacino quando fa punto fisso nell’inserzione distale. Inoltre è importante  per alcune azioni giornaliere: camminare in salita, salire le scale e alzarsi dalla sedia. Grazie alla posizione delle sue fibre muscolari può agire da abduttore e adduttore.

Medio gluteo: l’estensione è permessa dalle sue fibre posteriori e la rotazione esterna dell’anca. Con le anteriori, invece, assiste la flessione e la rotazione interna. Parlato di queste funzioni, quella principale resta comunque quella di abduzione.

Piccolo gluteo: come il medio gluteo assiste nell’estensione e nella flessione, con funzione principale di abduzione.

Capo lungo del Bicipite femorale: partecipa all’estensione dell’anca. Abbiamo visto le funzioni di questo muscolo nell’articolazione del ginocchio (di cui è flessore) e rotazione esterna della gamba.

Semimembranoso: sebbene la sua funzione principale sia di flessore e rotatore interno della gamba, partecipa all’estensione dell’anca.

Semitendinoso: come il semimembranoso, la sua funzione principale resta di flessore e rotatore interno della gamba, partecipa all’estensione dell’anca.

Adduttore grande: già visto nella sezione dei muscoli flessori è, come dice il nome, un’adduttore. Agisce anche da estensore e rotatore interno (internamente con l’inserzione nel tubercolo adduttorio e l’anca è extraruotata e flessa al ginocchio) e rotatore esterno (con l’inserzione sulla linea aspra del femore).

Muscoli abduttori

Medio gluteo: La sua funzione principale è di abdurre l’anca. L’estensione è permessa dalle sue fibre posteriori e la rotazione esterna dell’anca. Con le anteriori, invece, assiste la flessione e la rotazione interna.

Tensore fascia lata: è flessore, abduttore e rotatore interno dell’anca. A ginocchio flesso è anche rotatore esterno.

Grande gluteo: aiuta l’abduzione. La sua funzione principale (come visto nelle sezioni precedenti) è quella di estensione e rotazione ext.

Piccolo gluteo: la sua funzione principale resta di abduttore (meno forte del medio gluteo a caussa del differente diametro muscolare).

Muscolo piriforme Abduce l’anca ad anca flessa. Ruota esternamente l’anca ad anca estesa. Per saperne di più su questo importantissimo muscolo, lascio il link a un articolo a lui dedicato.

Muscolo otturatore interno: il suo ruolo di abduttore è in posizione seduta con ginocchio esteso. È il più importante rotatore esterno dell’anca.

Muscoli adduttori

Adduttore grande: è il più forte adduttore dell’anca. Come visto nelle sezioni precedenti, è estensore e rotatore interno ed esterno.

Adduttore lungo: le sue funzioni maggiori sono di adduzione e rotazione esterna. Come visto nelle sezioni precedenti, è debole flessore dell’anca.

Adduttore breve: le sue funzioni maggiori sono di adduzione e rotazione esterna. Come visto nelle sezioni precedenti, è debole flessore dell’anca.

Grande gluteo: le fibre che permettono l’adduzione sono quelle situate nella tuberosità glutea.  Come visto nelle sezioni precedenti è il più forte estensore e rotatore esterno della gamba.

Gracile: a ginocchio esteso è adduttore e rotatore dell’anca. È altresì debole flessore dell’anca e del ginocchio.

Pettineo: è adduttore e flessore dell’anca.

Quadrato del femore: debole adduzione. È importante rotatore esterno dell’anca. Con contrazione bilaterale, favorisce la retroversione del bacino.

Otturatore interno: debole adduttore, la funzione principale è di rotatore esterno.

Muscoli rotatori

In questa sezione verranno elencati i muscoli inerenti alle due rotazioni, per non ripetere nuovamente i concetti esposti nelle sezioni precedenti.

I muscoli rotatori esterni sono: grande gluteo, quadrato del femore, otturatore interno, medio gluteo, piccolo gluteo, ileo-psoas, otturatore esterno, adduttore lungo, adduttore breve, adduttore grande e minimo, piriforme, sartorio e muscoli gemelli.

I muscoli rotatori interni sono: medio e piccolo gluteo, pettineo e gracile.

Nelle sezioni dei muscoli avrete potuto notare che si fa spesso riferimento a “funzioni principali” e “secondarie”, e se stiamo ancora più attenti possiamo notare come alcuni di questi eseguano movimenti “contrari”.

Questo fenomeno è spiegato da Kapandji con quella che viene  definita “inversione delle azioni muscolari”. In sintesi, questa “legge”, spiega che un muscolo eseguirebbe una funzione secondaria fino a un certo punto del movimento, per poi cambiarlo.

Per fare un esempio: l’adduttore lungo resta muscolo flessore fino a 60-70°, dopodichè diventa estensore.

È quindi la funzione principale da vedere per capire quali siano i muscoli che permettono l’inizio e il completamento di un movimento: nel nostro esempio del movimento di flessione sono gli ileo-psoas e retto femorale, successivamente tutti gli altri.

Anca e Innervazione.

Per concludere parliamo brevemente dell’innervazione dell’Anca, che consiste nei nervi spinali da L2 a S1 (plesso lombo-sacrale). Sono:

  • Nervo femorale, innerva l’anca anteriormente,
  • Nervo otturatore, innerva l’anca inferiormente,
  • Nervo gluteo superiore, come dice il nome, innerva l’anca superiormente,
  • Nervi quadrato del femore e gemello inferiore, innervano l’anca posteriormente.

Molto spesso capita di sentire che dolori alla colonna vertebrale (lombare) provocano dolori all’anca (o viceversa) e dolori all’anca possono essere avvertiti fino al ginocchio. Questo “fenomeno” succede semplicemente perché le strutture nervose sono “condivise” dalle varie zone anatomiche: per semplificare, potremmo dire che un vostro dolore lombare potrebbe essere dovuto all’anca!

Come risolvere? Il Massaggio Posturale Endogeno.

Il Trattamento effettuato con il Massaggio Posturale Endogeno è importante perché tratta il dolore e l’infiammazione dell’anca.

Il Massaggio Posturale Endogeno porta degli importanti vantaggi per la persona:

  • durante il trattamento il dolore provato è minimo,
  • le sedute sono generalmente a cadenza settimanale (nei casi più gravi o acuti si possono effettuare sedute più corte e più sedute settimanali),
  • non è raro trovare giovamento già dalle prime sedute,
  • una volta finito il ciclo può essere utilizzato come trattamento di mantenimento per avere effetti nel lungo periodo.

Parlando di questa problematica, la Trocanterite, si può parlare di punti sintomatici.

C’è da dire però che le persone che ne sono affette hanno storie cliniche differenti che richiedono trattamenti personalizzati che vadano a risolvere la causa e non il sintomo.

Bisognerà valutare se esiste uno scorretto uso dell’articolazione colpita, se ci sono stati altri traumi che possono aver portato a questa situazione, o ancora traumi e/o operazioni che come conseguenza ha portato il corpo a finire le “possibili compensazioni”.

Infatti, ogni volta che il nostro corpo riceve un trauma cambia qualcosa a livello strutturale.

Ad es. un piccolo incidente stradale a cui non facciamo caso, fa perdere la curvatura fisiologica a livello del collo, i muscoli devono “riadattarsi” alla nuova struttura e creano rigidità, favorendo la formazione di artrosi a livello del collo. Se si crea una rigidità a livello cervicale, il corpo dovrà riadattarsi anche nel resto del corpo. Più traumi o operazioni (anche se solo “cariette” o arrabbiature non superate) porteranno a nuovi compensi e nuovi adattamenti, fino a quando il corpo non dice BASTA e comincia a creare dapprima dolori sotto forma di problematiche facilmente superabili (cervicalgie, lombalgie, stress, gastriti, ecc.) fino a creare problematiche ben peggiori (artrosi, artriti, burnout, fibromialgia, artrite psoriasica, depressione, ecc.)

Il Massaggio Posturale Endogeno può migliorare lo stato fisico della persona, grazie a una prima seduta in cui si “indaga” sulla vita della persona e si cerca di capire quali obiettivi raggiungere e in quanto tempo, personalizzando il trattamento anche in base al dolore e alla limitazione articolare della persona.

Potrà cambiare sia la pressione (quindi nel rispetto della sensibilità), sia la durata (dolori in fase acuta prevedono sedute più corte) sia la cadenza (che può variare da due volte a settimana a periodi più lunghi in base alla storia della persona).

Il Massaggio Posturale Endogeno produce i seguenti miglioramenti nell’anca:

  • Azione analgesica su dolore acuto e cronico (stimola e produce endorfine, encefaline e dinorfine),
  • Migliora la mobilità articolare (e aiuta a sentire sempre meno quella fastidiosa rigidità mattutina),
  • Azione miorilassante (rilassa la muscolatura e toglie le contratture),
  • Azione antinfiammatoria,
  • Migliore qualità del sonno,
  • Azione sulla postura,
  • Azione sulla circolazione (rimozione di cataboliti e miglior ossigenazione dei tessuti).

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