Sindrome Arnold Chiari Sindrome Arnold Chiari

Sindrome Arnold Chiari.

Cos’è e quale Trattamento?

Nella sindrome di Arnold Chiari, la causa è il malfunzionamento della cerniera costituita dall’occipite che si articola con atlante ed epistrofeo (C0/C1/C2).

Nel nostro corpo esistono dei particolari collegamenti fra due capi ossei, che vengono chiamate “cerniere”. Le più importanti le troviamo, per esempio, nel passaggio fra una curva della colonna vertebrale e l’altra:

  • C7/D1 (passaggio da zona cervicale a dorsale),
  • D12/L1 (passaggio da zona dorsale a lombare),
  • L5/S1 (passaggio da zona lombare a zona sacrale, lo conoscerete sicuramente perché molto spesso sede di spondilolisi o ernia).

La cerniera trasferisce le proprietà di un tratto anatomico al successivo, quindi potremmo vedere, ad es. la parte bassa della dodicesima vertebra dorsale prendere la forma (e le proprietà) di quella lombare.

Anatomia.

Le regioni anatomiche collegate alla Sindrome di Arnold Chiari sono:

  • Occipite (la base del cranio, dove “si attaccano i capelli) ed atlante (la prima vertebra cervicale) si articolano grazie a dei “condili” (parte arrotondata di un osso che permette di articolarsi con l’articolazione opposta), che “collegandosi” fra di loro formano l’articolazione del cranio con la colonna cervicale.

Più precisamente, lateralmente alla prima vertebra cervicale, troviamo un arco osseo anteriore dal cui centro parte un legamento (che corre sul davanti delle vertebre e si “attacca” al disco e ai margini del corpo vertebrale) e i muscoli lunghi del collo. Nella arte posteriore, invece, si inserisce il legamento nucale.

Particolarità della seconda vertebra cervicale è la presenza di uno sperone che si chiama “dente dell’epistrofeo”, che si articola con l’arco anteriore dell’atlante. Altra caratteristica importante del dente dell’epistrofeo è la presenza di legamenti (chiamati alare e apicale) che congiungono questa struttura ai condili occipitali: questa conformazione permette di limitare la rotazione e la flessione laterale.

  • L’articolazione “occipito-atlanto-epistrofeo” (occipite/C1/C2) permette inoltre il trasferimento del peso della testa alla colonna, aiuta il movimento del collo e protegge il midollo spinale, il tronco encefalico e le arterie vertebrali.

Cause.

La scoperta di questa problematica si deve a due medici:

  • Hans Chiari: la causa è dovuta alla discesa di una parte del cervelletto (la più posteriore): le tonsille cerebrali. Queste oltrepassano il forame occipitale e creano uno “schiacciamento” a livello delle strutture del tronco encefalico, provocando danni neurologici a volte anche molto gravi. Dobbiamo al dott. Hans Chiari la classificazione in 4 stadi della problematica.
  • Il dottt. Arnold invece notò che, tra la terza e la quarta settimana dell’embrione, non si sviluppa in modo adeguato una parte del midollo e dei tronchi encefalici. Alla nascita, il bambino presente una “sacca” che contiene materiale erniato e midollo malformato (il cosiddetto “mielomeningocele”).

Sintomi.

I sintomi legati alla sindrome di Arnold Chiari sono molti.

Sintomi legati ad alterazioni congenite sono: idromelia: accumulo del liquor nel canale rachideo, siringomielia: accumulo di cisti o cavità nel tessuto midollare. In presenza di questi sintomi possiamo avere ad esempio una sensibilità termica alterata (con facilità all’ustione dovuta alla poca o nulla sensibilità tattile).

In realtà i sintomi possono essere dovuti sia dalla compressione delle tonsille (che porteranno a danni neurologici per via delle compressioni sulle vie midollari) che da un’alterazione dell’anatomia cervicale.

Un elenco di questa sintomatologia è il seguente:

  • Per quanto riguarda l’organo della fonazione: disfagia, disfonia, disartria,  paralisi corde vocali;
  • Diminuzione di sensibilità a carico del viso;
  • Perdita di forza a livello delle gambe, con possibilità di cadere a terra senza svenimenti. Potrebbe essere presente anche una deambulazione scorretta (dovuta all’abbassamento delle tonsille dal cervelletto, che controlla l’equilibrio).
  • Mal di testa e dolori cervicali (che di solito sono problematiche che sorgono all’esordio, e non sono allo stesso tempo sinonimo di sindrome di Arnold Chiari).

Diagnosi.

Per diagnosticare questo tipo di problematica, è consigliabile effettuare una Risonanza Magnetica Nucleare (Rmn). Grazie a questo esame diagnostico è possibile vedere le “sezioni” delle zone anatomiche che ci interessano: vedremo quanto sono eventualmente scese le tonsille cerebrali e se sono presenti le sacche “mielomeningocele”.

Successivamente, il consiglio è quello di rivolgersi a un neurologo per essere sicuri che sia questa la problematica di cui siamo affetti o il problema risiede altrove.

Infine, una menzione sull’operazione: questa verrà effettuata solamente in casi invalidanti o se i sintomi compaiono “da un giorno all’altro”.

Trattamento con il Massaggio Posturale Endogeno.

Il Trattamento effettuato con il Massaggio Posturale Endogeno è importante perché tratta il dolore derivante dalla problematica, bloccando nella maggior parte delle volte il procedere dell’artrosi.

il Massaggio Posturale Endogenoporta degli importanti vantaggi per la persona:

  • durante il trattamento il dolore provato è minimo,
  • le sedute sono generalmente a cadenza settimanale (nei casi più gravi o acuti si possono effettuare sedute più corte e più sedute settimanali),
  • non è raro trovare giovamento già dalle prime sedute,
  • una volta finito il ciclo può essere utilizzato come trattamento di mantenimento per avere effetti nel lungo periodo.

Il trattamento effettuato per questa problematica si indirizza ovviamente nella zona cervicale. Il vantaggio di questa tecnica è la possibilità di lavorare anche lontani dalla sede del trauma, sopratutto se questo è molto doloroso e in fase infiammatoria.

Il Massaggio Posturale Endogeno può migliorare lo stato fisico della persona, grazie a una prima seduta in cui si “indaga” sulla vita della persona e si cerca di capire quali obiettivi raggiungere e in quanto tempo, personalizzando il trattamento anche in base al dolore e alla limitazione articolare della persona. Inoltre si eseguirà una valutazione della mobilità. Si trova infatti una riduzione in una o più direzioni e, nel caso di urti laterali, la mobilità sarà ridotta in modo asimmetrico.

Durante il trattamento potrà cambiare sia la pressione (quindi nel rispetto della sensibilità), sia la durata (dolori in fase acuta prevedono sedute più corte) sia la cadenza (che può variare da due volte a settimana a periodi più lunghi in base alla dolorabilità della persona).

Riassumendo.

il Massaggio Posturale Endogeno produce i seguenti miglioramenti nel colpo di frusta cervicale:

  • Azione analgesica su dolore acuto e cronico (stimola e produce endorfine, encefaline e dinorfine),
  • Migliora la mobilità articolare (e aiuta a sentire sempre meno quella fastidiosa rigidità mattutina),
  • Azione miorilassante (rilassa la muscolatura e toglie le contratture),
  • Migliora stati di stress e paure (grazie al lavoro sul sistema nervoso e la stimolazione di endorfine, encefaline e dinorfine),
  • Azione antinfiammatoria e circolatoria (rimozione di cataboliti e miglior ossigenazione dei tessuti),
  • Migliore qualità del sonno.

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