pensiero olistico e psicologico pensiero olistico e psicologico

Trattato del Ribelle di Junger.

Libertà Individuale e Consapevolezza oltre il Conformismo.

Il Trattato del Ribelle di Junger esplora la società postbellica tedesca, analizzando la libertà individuale e il concetto del “Ribelle” come colui che sfida lo status quo. Junger riflette sull’importanza dell’individualità, esplorando il concetto del bosco come metafora di libertà e consapevolezza del momento presente (hic et nunc). Il testo collega l’hic et nunc al concetto zen del “qui e ora” come chiave per connettersi con se stessi. Promuove la libertà come comprensione e azione personale, non come anarchia, incoraggiando a seguire il proprio io anziché aderire al conformismo. Il Ribelle non è solo un individuo solitario ma un individuo che sa quando unirsi ad altri per influenzare il potere, mentre costruisce la propria realtà senza pregiudizi imposti dalla società.

Il Pensiero olistico.

Il Trattato del Ribelle è un libro scritto da Junger, filosofo tedesco.

Si tratta di un libro scritto appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, con una grande componente attuale. L’autore si interroga, con metafore politiche e filosofiche, di quali possono essere i “padroni” della società (il Leviatano, la Chiesa) e i componenti stessi della società (milite ignoto e lavoratore), presenti nella Germania dell’epoca.

Poi entra in gioco il concetto della libertà, ovvero: come si può raggiungerlo e quali sono le caratteristiche che la compongono? Come fare a non seguire “il grigio gregge” e diventare parte di esso e tirare fuori “il lupo” che è dentro ognuno di Noi?

Junger ci dà la risposta già dal titolo del libro in tedesco, ovvero Waldgänger , colui che va nel bosco. Chi va nel bosco, chiamato anche “Ribelle”, è colui che colpisce lo Stato (“Il Leviatano”) e “sa come mettere a segno un colpo audace per distruggere armi che valgono milioni: ne conosce le debolezze tattiche, i punti di minore resistenza, l’infiammabilità”.


Il bosco inoltre è un luogo allo stesso tempo sia metafisico che fisico (“è sia la nave che l’oceano”). Il Ribelle è inoltre un fedele sostenitore dell’hic et nunc.

Proprio su questi due concetti vorrei soffermarmi per un attimo.

L’hic et nunc citato da Junger, altro non è che il “qui e ora” citato molte volte nella filosofi zen, ed è molto importante perché è l’unico momento reale esistente. Ed è reso reale proprio per il fatto che se il nostro corpo è collegato alle nostre sensazioni, allora possiamo sentire veramente quello che stiamo facendo. Sarà possibile così “entrare nel bosco”, ovvero entrare dentro all’essenza stessa del nostro Io, dove ci sono TUTTE le risposte che cerchiamo.

Junger dice che il bosco è un luogo buio, e cita Socrate, che chiamava il “suo demone questo luogo segreto da dove una voce, che era già al di là delle parole, lo consigliava e lo guidava.”

Seguire il bosco, o seguire il proprio demone, il proprio io, vuol dire seguire la libertà.

Libertà che non è anarchia, ovvero diventare delinquenti, ma diventare anarchi, ovvero seguire appunto la propria libertà, la propria “direzione”, il proprio “Io”. Seguire il proprio io porterà l’individuo a staccarsi dal gregge e seguire la propria strada, le proprie credenze. Porterà l’individuo a non essere più uno “Yes Man”, un individuo che segue tutto quello che chiede la massa e i mass media.

Lo porterà a fare scelte che “l’uomo comune, il Lavoratore, il Milite Ignoto” non fanno perché contenti di servire il padrone mangiandosi rospi, servire la patria vedendo i propri figli morire, o lasciando la propria vita per ideali che non sono suoi. La libertà non fa parte di questi uomini, perché essere liberi vuol dire pensare con la propria testa, con il proprio cuore. Con la propria essenza.

Il Ribelle, al contrario, è un uomo che decide di vivere la propria vita in solitudine, senza etichette, pensando ai suoi piani d’azione, a come trovare la giusta chiave per “sovvertire il potere”. Diventa prima di tutto maestro di sé stesso: la sua maestra diventa la vita. Non decide di avere adepti, studenti o altri “sudditi”: egli piuttosto troverà nella sua vita compagni, Persone (volutamente con la P maiuscola) che si sono discostate dalla via battuta da molti, tramutando un sentiero di montagna in una strada asfaltata.

La via che si è scelto il Ribelle è una via che sarà trattata per la prima volta da sé stesso, dentro si sé. Ed è proprio all’interno di Noi stessi che c’è “la divina potenza”.

Essere Ribelli può sembrare che faccia rima con “essere soli”. La realtà è che il Ribelle sta proprio a metà strada fra l’individualismo e il collettivismo: sa qual è il momento di andare nel bosco (dentro di sé per cercare le risposte) e sa quando è il momento di trovarsi con i compagni per colpire duro il Potere.

Per quanto mi riguarda, è arrivato il momento di sapere come costruire finalmente la mia realtà, spoglio di tutti i pregiudizi e le “qualità” che questo mondo ci ha affibiato. Ricordando che, per esempio, anche una misura importante come il valore è diventato non una dote morale, non una dote intellettuale, ma “quello che noi dovremmo volere” impostoci dalla società.

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