Postura scorretta, cefalea, bruxismo, tinnito.

Origine nell’articolazione temporo-mandibolare?


In questo articolo cercheremo di capire se la problematica a carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) può provocare a sua volta altri problemi. Ad esempio: può l’articolazione temporo-mandibolare provocare mal di testa, cervicalgie, nevralgia del trigemino o altro?

Vediamo ogni possibile conseguenza!

Testa in avanti. Può essere causata dall’ATM?


Fra ATM e la posizione della testa in avanti esiste una correlazione. A livello anatomico la mandibola si articola con lo sterno grazie ai muscoli ioidei. Più la testa si posizionerà in avanti, più aumenterà la tensione e più la testa sarà “fissata” in questa posizione (avviene la cosiddetta trazione della mandibolare posteriormente attraverso le strutture ioidee).

Lo sottosviluppo della mandibola, unito alla posizione in avanti della testa, crea una doppia forza di compressione sull’ATM. Questa posizione è più frequente in persone che respirano con la bocca.

In questo caso il trattamento dovrà essere effettuato sia sull’articolazione temporo-mandibolare e sia sulla postura della persona.

Inoltre sfatiamo un mito: Esercizi e trattamenti manuali leniscono la problematica per un po’ di tempo, ma poi questo potrebbe ritornare.

Oltre a questi percorsi, per tornare al completo benessere è necessario cambiare le abitudini di tutti i giorni e riportare a funzionare correttamente.

Per questa problematica l’obiettivo si raggiunge con:

  • Corretto allineamento del torace e dell’anca: queste due strutture devono essere in linea.
  • Le spalle non devono mai essere posteriori alle anche.
  • Le spalle devono essere leggermente sollevate rispetto alla clavicola, se no tendono ad essere troppo basse e tengono la testa della persona bloccata in avanti.

L’articolazione temporo-mandibolare può provocare lo spostamento del disco articolare all’interno dell’articolazione temporo-mandibolare?


Il disco articolare è una struttura che si trova fra il condilo mandibolare e l’osso articolare. La sua funzione è quella di lavorare in simmetria con il movimento del condilo, facendo da copertura per il condilo mandibolare in modo che questo non sia “triturato” dallo sfregamento delle ossa fra di loro.

Quando l’articolazione temporo-mandibolare è compressa a causa di una posizione eccessiva posteriore del condilo mandibolare, i legamenti che tengono il disco possono degenerare gradualmente, provocando uno scivolamento in avanti del disco davanti al condilo.

Ci sono principalmente 2 tipi di spostamento del disco, ovvero con e senza riduzione.

  1. Il movimento “Con riduzione” avviene quando lo spostamento del condilo mandibolare è in grado di risalire e avvertiamo un rumore quando la mascella si apre.
  2. Il movimento “Senza riduzione”. Se il disco si trova troppo spostato potrebbe non essere in grado di tornare in posizione. In questo caso si potrebbero verificare blocchi o forti restrizioni della mobilità dell’articolazione.

La chiave per il ritorno alla normalità è capire che si può sbloccare l’ATM solamente portando la mandibola in avanti con la giusta riabilitazione.

Se la problematica non sarà corretta in tempo potrebbero verificarsi casi più gravi, per es. se si verificano perforazioni nel tessuto retrodiscale bisognerà ricorrere ad interventi chirurgici.

Cefalea e Emicranee sono collegate all’articolazione temporo-mandibilare?


Una delle cause più comuni del mal di testa è la rigidità del muscolo temporale. La rigidità di questo muscolo è causata dalla continua retrazione della mandibola, che causa squilibri a livello dei muscoli della masticazione. Avremo così un muscolo massetere debole e un sovraccarico del muscolo temporale che provocherà un aumento delle forze di compressione, ma anche trigger point (“punti dolorosi”) in questo muscolo che a loro volta provocano il famigerato mal di testa.

Può essere utile il trattamento manuale dei trigger point, ma questo da solo non sarà risolutivo perché non andrà alla fonte della problematica. Bisognerà infatti lavorare su una corretta postura di riposo e far cessare i vizi posturali che creano rigidità all’articolazione temporo-mandibolare in modo che i dolori cessino del tutto e non tornino più.

L’articolazione temporo-mandibolare può provocare la Nevralgia del trigemino?


Il trigemino è il più grande nervo cranico ed è il quinto (V). Il trigemino innerva un gran numero di strutture, e presenta sia innervazioni somatiche che autonomiche.

Si divide in 3 parti:

  • rami oftalamici (V1),
  • masccellari (V2),
  • mandibolari (V3).

La sua funzione è principalmente di dare feedback delle funzioni sensoriali al viso e le funzioni motorie masticatorie.

I sintomi che si possono verificare sono tanti, e possono andare dall’intorpidimento facciale, mal di testa e dolore al viso fulmineo, secrezione lacrimare eccessiva, perdita dell’udito, intorpidimento del palato e altri.

Alcuni di questi sarebbero causati dai collegamento che ha il nervo trigemino con i gangli pterigopalatino e sottomandibolare.

Ci sono due zone di intrappolamento del nervo trigemino:

  1. una è nel ramo mandibolare (parte auricolo-temporale ramo mandibolare V3, denominata sdr. Costen). Se, effettuando una retroazione si verifica il sintomo, possiamo dedurre che la problematica sia a questo livello.
  2. la seconda è l’intrappolamento del nervo buccale (altro fascio del nervo trigemino V3) tra i fasci superiori e inferiori del muscolo pterigoideo laterale che può portare ai sintomi sopra descritti. In questo caso per risolvere il problema potremmo massaggiare questo muscolo, che per assurdo all’inizio farà peggiorare i sintomi perché andremo a “pizzicare” il nervo schiacciato dalla rigidità muscolare. Con costanza, trattando giornalmente questa zona, il muscolo si rilasserà, liberando il nervo. Un altro valido aiuto sarà il rinforzo del muscolo pterigoideo laterale, che farà cessare del tutto i dolori entro un mese o due.

Bruxismo e articolazione temporomandibolare.


La masticazione e la fonazione (in parte), sono permesse grazie all’articolazione temporo-mandibiolare (ATM). Questa articolazione , situata fra l’osso temporale (parte del cranio) e la mandibola, presenta un condilo (un “cuscinetto”) che fa da ammortizzatore in modo che i due capi ossei non “sfreghino” l’uno sull’altro e non provochino schiocchi, scrosci o altri rumori. Il tutto è stabilizzato grazie a un sistema di muscoli e legamenti, che permettono il movimento mentre mangiamo.

Se questa appena descritta è la normalità, può capitare che questa struttura anatomica “si inceppi”, provocando quella che viene chiamata “disfunzione”: ecco comparire così rumori a livello di questa zona. In questo caso il disco “si sposta” leggermente (parliamo sempre di micromovimenti) e il rumore è semplicemente il ritorno in sede del cuscinetto.

Più semplicemente, potremmo definire il bruxismo come “dirignamento dei denti”, che si presenta soprattutto di notte.

Il bruxismo è una risposta all’instabilità mandibolare, causata da mancanza dell’altezza verticale dei denti, una scorretta posizione della lingua (soprattutto quando questa si trova molto bassa). Davanti a queste problematiche il sistema nervoso cercherà di stabilizzare la situazione in occlusione, ovvero stringendo (serrando) i denti. Questa soluzione porterà a ridurre ulteriormente l’altezza verticale dell’arcata dentaria. Se non opportunamente trattato, il bruxismo porterà a usura dei denti, con peggioramento del bruxismo stesso.

Per risolvere sarà sufficiente eseguire una riabilitazione basata sul potenziamento dei muscoli pterigoidei, esercizi di correzione della lingua (portata verso il palato) e correzione della posizione della mandibola a riposo. Se anche questo intervento non dovesse bastare, solo allora si passerà all’uso di un tutore (byte) o altre procedure.

Tinnito e Bruxismo.


Come visto in precedenti articoli e post, il nervo trigemino, oltre a dare feedback delle funzioni sensoriali al viso e le funzioni motorie masticatorie, innerva i muscoli che modulano la modulazione del suono dell’orecchio.

Più precisamente i muscoli innervati sono il tensore del timpano e il tensore velo-palatino. Il dolore da compressione dei rami di questo nervo si diffonde spesso nell’orecchio, motivo per cui esiste una correlazione tra orecchio, ATM e acufeni.

Un’altra causa potrebbe essere la compressione del nervo buccale: in questo caso non è detto che sia una problematica a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, ma potrebbe essere semplicemente una rigidità a carico del muscolo pterigoideo laterale. Proprio lo pterigoideo laterale è collegato all’orecchio interno (per mezzo della fascia). Quindi si potrebbero migliorare le condizioni di acufene pulsante e “normale” rinforzando questo muscolo, riassestando l’articolazione temporo-mandibolare e la posizione di riposo della stessa.

Instabilità articolare e ATM??


In un trattamento volto a ridurre l’instabilità cervicale si pensa che sia utile trattare la muscolatura ioidea (vicino all’osso ioide, quello che viene chiamato “Pomo d’Adamo”).

In una posizione cervicale scorretta, nei casi di lesioni cervicali o debolezza cervicale, la persona può “compensare” “stringendo” la gola (i nostri famosi muscoli ioidei). Questo avviene perché questi muscoli hanno una funzione simile alla muscolatura profonda del collo e stringendoli otterremo una sottospecie di stabilità cervicale. In altre parole, stringendo i muscoli ioidei otterremo una stabilità cervicale, ma a discapito della “forza” cervicale.

Purtroppo questa condizione porterà anche l’osso ioide (il pomo d’Adamo) verso il basso e sposterà la mandibola indietro, portando a una…. instabilità cervicale.

Per risolvere questo problema dovremmo lavorare sulla debolezza dei muscoli profondi cervicali, insegnare esercizi di recupero mandibolari per poter riportare stabilità cervicale e non sentire più quella fastidiosa sensazione di “strozzamento” a livello della gola.

Se la problematica a livello dell’ATM non passa con i metodi classici, al terapista é richiesto una visione diversa, più globale. Solo in questo modo sarà possibile capire e interpretare il dolore. Risolvere il dolore (o l’infiammazione o il trauma), è importante per poter sopportare tutto quello che facciamo nella nostra vita, ma oltre a questo bisogna andare alla causa del problema, per poterlo risolvere.

Per risolvere le problematiche all’ATM è utile il Massaggio Posturale Endogeno una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Inoltre, come abbiamo visto nell’articolo, per la problematica dell’ATM è indispensabile un programma riabilitativo che possa far regredire la rigidità muscolare che si è venuta a creare.

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