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Cervicalgia.

Sintomi, Fattori Scatenanti, Cosa fare.

La cervicalgia è una problematica che colpisce i 2/3 della popolazione mondiale almeno una volta nella vita (secondo l’American Migraine Foundation). Nei discorsi di tutti i giorni ci riferiamo ad essa come “La Cervicale”: in questo modo riassumiamo banalmente una serie di sintomi spesso non solo situati a livello del collo.

Per meglio comprendere quali sono i sintomi e le cause, vi illustrerò prima un po’ di anatomia. Questo tratto della colonna vertebrale dotato di grande mobilità,  è costituito da 7 ossa denominate vertebre, dove al loro interno è presente il midollo spinale. Mobilità che dev’essere mantenuta per sostenere il peso della testa (circa 5kg). Le vertebre sono connesse tra di loro tramite articolazioni e legamenti, e muscoli che ne consentono il movimento. Sono presenti anche radici nervose che fuoriescono dai lati della colonna.

Sintomi della cervicalgia.

I sintomi della cervicalgia possono essere divisi in tre categorie:

  1. sintomi osteo muscolari: dolore che si verifica nel movimento, e che ostacola la rotazionee l’inclinazione e la flessione della testa. Può essere associato a rumori, schiocchi e “sabbiolina”, ma anche ad indolinzimento del dorso, spalle e schiena.
  2. Sintomi neurologici: formicolii, intorpidimento e parestesie nella zona del collo e delle braccia.
  3. Altri possibili sintomi: possono essere presenti anche cefalee (mal di testa), problemi a dormire, vertigini, nausea, vomito, ecc.

→ Tutte le voci presenti in elenco non devono per forza essere presenti tutte insieme, ma potrebbero verificarsene solo alcune.

La lista che avete appena letto serve al medico per diagnosticare i diversi tipi di cervicalgia, e a Voi per capire le zone colpite.

In medicina riconosciamo 3 tipologie:

  1. cervicalgia semplice: dolori di origine muscolare localizzati a livello del collo,
  2. cervicobrachialgia: dolore che oltre al collo colpisce anche il braccio: il muscolo “preme” sui nervi e questi evocano fenomeni neurologici,
  3. cervico-cefalea: sono presenti sintomi quali mal di testa, vertigini, acufeni, ecc. dovuti alla rigidità a livello cervicale.

Voglio farvi presente che finora abbiamo solamente discusso dei sintomi, ovvero quello che il Nostro corpo ci fa sentire, ma non ancora quello che può averlo provocato.

Per fare un’autovalutazione, vi consiglio questo test (che dovrà comunque essere seguito da una visita medica).

Fattori scatenanti.

I fattori che possono scatenare una cervicalgia sono molti:

  • sedentarietà e scarso esercizio fisico
  • movimenti ripetuti errati della zona (a lavoro o nello sport)
  • posture errate → ad es. troppo seduti davanti al pc o in auto
  • alimentazione errata o peso eccessivo
  • sport (sforzi eccessivi o esercizi effettuati in modo errato)
  • colpi di frusta
  • tensioni psicoemotive
  • alterazioni della colonna (associato per es. a ipercifosi dorsale o problemi alla schiena)
  • malocclusioni dentarie
  • problemi alla vista.

Se non correttamente trattati, tutte questi fattori porteranno:

  • ai sintomi visti in precedenza,
  • alterazioni colonna vertebrale(nei referti potreste trovare termini come rettileinizzazione, iperlordosi, cifotizzazione, ecc.),
  • deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Ricordiamoci che Riguardo l’importanza della Risonanza Magnetica (e più in generale della diagnostica per immagini), il dott. Donati, così si è espresso: Le ricordo che la RMN non ha nessun significato clinico da sé sola ma acquista rilievo solo quando va a completare la visita specialistica integrandosi con quanto emerso dall’esame clinico. E’ impossibile quindi “capire la sua situazione” solo da un referto”.

Cosa fare?

Prima di vedere nel dettaglio che tipo di trattamento eseguire, dobbiamo capire in che fase si trova la nostra cervicalgia. Per poter meglio comprendere la situazione è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico di base o a un medico specializzato in colonna vertebrale (ortopedico o neurologo).

Le fasi sono 3:

  1. Fase acuta: il dolore è recente e improvviso, associato molte volte ad infiammazione. Dura normalmente un paio di giorni.
  2. Fase sub acuta: la naturale evoluzione della precedente (generalmente fino a massimo una settimana).

In queste due situazioni si può ricorrere all’uso di farmaci antinfiammatori (se presente ovviamente l’infiammazione) o fasce riscaldanti e/o farmaci miorilassanti per rilassare la muscolatura. Anche in questo caso è sempre bene chiedere consiglio al medico o al farmacista su quali farmaci prendere e come assumerli nel modo giusto.

  • Fase cronica: il dolore è di intensità variabile e dura per periodi più lunghi.

Nella fase cronica, o in casi di rigidità ancora presente, sarà invece necessaria una serie di Trattamenti abbinati ad esercizi personalizzati sull’individuo allo scopo di rilassare la muscolatura.

E’ raro che si debba ricorrere ad interventi chirurgici.

A meno che un medico non vi dica il contrario, concludendo possiamo dire che:

→ RIGIDITA’ E TENSIONE: causano limitazione al movimento che provoca usura, alterazioni (iperlordosi, cifotizzazione e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Trattamenti.

  • Una prima seduta conoscitiva per poter personalizzare al meglio i Trattamenti sulla persona, non sul sintomo.
  • Trattamenti Manuali: I trattamenti manuali aiutano a distendere la muscolatura e l’articolazione. È passivo per la persona. Può essere usato anche come mantenimento.
  • Movimento. Il movimentoè costituito da esercizi mirati che aiuterà il detensionamento della muscolatura e dove necessario andranno a rinforzare quei muscoli che si riveleranno essere deboli. Mantengono nel tempo il benessere nella persona, riequilibrando e riassestando posture scorrette.

Questo tipo di Trattamenti dev’essere eseguito da professionisti qualificati come un massofisioterapista.

Massaggio Posturale Endogeno

Se la problematica dei “famigerati” cervicali non è passata con gli interventi classici è perché i Trattamenti non sono stati effettuati sulla vera Causa, ma su una conseguenza. È come avessimo lavorato per tutto il tempo su un buco su un muro di casa nostra, rattoppandolo con le più moderne tecniche. Dimenticandoci però che magari quel buco poteva essere creato da una perdita d’acqua o qualcos’altro. E finché non trattiamo quella perdita d’acqua, il buco potrà aprirsi ancora e ancora, mandando in malora migliaia di euro spesi per “fantomatiche tecniche moderne”.

É indispensabile allora che il terapista adotti una visione globale, in modo da capire e interpretare l’origine del dolore.

Con questo non voglio dire che i dolori cervicali non siano importanti.

Oltre a questo bisogna però risalire alla causa del problema.

È indispensabile allora trattare l’individuo dopo un attento approfondimento della Vita della persona (stili di vita, lavoro, sport: tutti dati che servono per capire meglio di cos’ha bisogno la persona) per creare un Trattamento personalizzato, visto che tutti siamo diversi.

Bisogna rendersi conto che la problematica altro non è che una CONSEGUENZA che se trattata a sé stante potrà portare ad usura, alterazioni posturali (iperlordosi, cifotizzazione), e deformazioni ossee (ad es. artrosi, stenosi, ernie, spine ossee, ecc.).

Per risolvere la patologia che causa i problemi cervicali e prevenire nel tempo è utile il Massaggio Posturale Endogeno, una metodica di lavoro che ho sviluppato negli anni. Questa metodica è utilizzabile anche in abbinamento con altri trattamenti, come trattamenti connettivali, massaggio sportivo, osteopatia e macchinari come la pressoterapia. Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie a una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e l’uso delle migliori tecniche di massaggio (connettivale, miofasciale, massaggio trasverso profondo) e della Riflessologia (plantare, viscerale, metamerica).

Il Massaggio Posturale Endogeno permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Un esempio di lavoro che viene effettuato all’interno di una seduta è, ad esempio:

  • La prima parte eseguita su zone e aree della colonna vertebrale, addome e piedi: qui si concentrano le maggiori rigidità e problematiche. Le aree e i punti da trattare sono personalizzati.
  • Nel trattamento sintomatico è utile “l’eliminazione” dei Punti Trigger, punti che provocano il dolore, situati nel muscolo (che può essere trattato anche con manovre decontratturanti).
  • Può essere inoltre utile il Trattamento del diaframma che è collegato con parti del corpo come la zona lombare (quindi può essere causa di rigidità dei muscoli di questa zona e provocare come conseguenza il mal di schiena). Respirare meglio può anche aiutarci a migliorare gli stati di stress , donarci un miglior rilassamento generale e migliorare la Nostra Postura.
  • Postura che ovviamente può essere migliorata o corretta con esercizi che, oltre a donarci una migliore elasticità e mobilità, stimolano endorfine con conseguente miglior sopportazione al dolore.

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