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Diaframma.

Può essere causa di mal di schiena, cervicali, stress, mal di stomaco e altro?

Il Diaframma spiega bene perchè il Nostro corpo è tutto collegato, che lavorando su un punto si lavora sul resto del corpo. Questo muscolo che più di tutti gli altri si collega ad Organi, muscoli e altre aree anatomiche, tanto più che si pensa che trattandolo si possa lavorare su tutto il corpo.

Paragrafo: Oltre a questo il diaframma è molto importante anche per altri motivi: è IL muscolo della respirazione, e questo importante ruolo ne fa l’artefice della Nostra vita. In questo articolo Vi parlerò della sua Anatomia, della Respirazione, di tutti i collegamenti che presenta nel Nostro Corpo e come esso possa essere causa di problematiche (ad es. Mal di Schiena, Cervicalgia, Stress, Mal di Stomaco, ecc) e come riconoscere e risolvere questi problemi.

Anatomia del Diaframma.

Il muscolo diaframma è un muscolo a forma di cupola, e divide la zona anatomica del torace dall’addome. Se ci immaginiamo in piedi e a riposo, esso si dirama nella sua parte dx fino al 4/5 spazio intercostale e al 5 a sx. è diviso in due parti:

  1. la parte centrale, è un ampio tendine chiamato centro frenico.
  2. la parte posteriore è invece una parte carnosa che è situata nella parte posteriore del diaframma, suddivisa in periferica (dove ci sono due robusti tendini che si chiamano pilastri diaframmatici), costale e sternale.

Possiamo immaginarci questo muscolo come una rete, una tela di un ragno che parte dalle ultime costole e si va ad inserire nella parte anteriore delle vertebre lombari e si dirama fino allo sterno (davanti, nella gabbia toracica).

Collegamenti con il resto del corpo.

Il diaframma si collega con moltissime zone anatomiche del Nostro corpo, e proprio per questo motivo un “blocco” di questo muscolo potrebbe essere causa di problematiche in queste parti del corpo. Ma quali sono?

  • Sistema Nervoso. Il diaframma è innervato dal nervo frenico, molto importante dal punto di vista dei collegamenti con il resto del corpo. Il nervo frenico infatti origina nella zona cervicale (c3,c4,c5) scende collegandosi con vari muscoli (scaleno e scom) e va a innervare il diaframma e l’aponeurosi epatica.
  • Fascia diaframmatica: la fascia di divide in 3 parti e si collega con fegato, milza, stomaco, reni, pancreas e surrenali (fasce inferiori), con il sistema nervoso neurovegetativo (nervo vago) ed esofago (entrambi con la fascia centrale) e con il pericardio e la base del diaframma (fascio superiore).
  • Pilastri diaframmatici: sono dei tendini situati nella periferia del diaframma. Una parte (arco mediale) circonda il muscolo ileopsoas e va fino alla 1a-2a vertebra. L’altra (arco laterale), circonda la parte superiore del muscolo quadrato dei lombi e si inserisce nella 12a costa.
  • Legamenti: per mezzo dei suoi legamenti il diaframma si collega agli Organi. Quindi, lavorando su questo muscolo è possibile migliorare e migliorare il funzionamento dell’Organo e viceversa. I legamenti sono collegati al pericardio (legamenti pericardici), al fegato (falciforme e coronario nella parte posteriore fegato), ombelico (rotondo) → a questo è ancorato il fegato, vescica (legamento pubovescicale), perineo (più che un Organo, uno spazio anatomico che si collega con il muscolo).
  • Aperture: il diaframma presenta al suo interno delle “gallerie” (chiamate orifizi) dove passano delle altre importanti strutture anatomiche: orifizio vena cava inferiore (passa la vena cava inferiore e alcuni rami del nervo frenico; è una formazione tendinea), orifizio esofageo (passa l’esofago, arterie esofagee , tronco vagale, è una formazione muscolare), orifizio aortico (passa aorta, dotto toracico, vena azygos, è una formazione osteofibrosa).

In altre aperture minori passano altre strutture, come nervi (spalacnico), muscoli (psoas e quadrato dei lombi), vasi linfatici (rami epigastrici da fegato e parte addominale).

Tutti questi collegamenti sono legati a FUNZIONI importantissime, che vedremo nelle sezioni successive.

Respirazione Diaframmatica

La respirazione è una funzione vitale, in cui il Nostro corpo attua degli scambi gassosi fra interno ed esterno del Nostro corpo. Respiriamo, oltre che con il naso, anche con altre strutture (rinofaringe, laringe, faringe, bronchi) e con dei muscoli (uno di essi è il protagonista di questo articolo).

La respirazione è divisa in due tempi:

  1. Inspirazione: in questa fase (attiva) il diaframma si abbassa e, facendo questo, espande il volume del torace per permettere all’aria di arrivare negli alveoli polmonari.
  2. Espirazione: in questa fase (successiva alla precedente), il diaframma si rilassa passivamente, tornando alla sua posizione di cupola iniziale.

Il processo appena spiegato avviene quando ci troviamo in uno stato di tranquillità.

Capita però, in molte attività quotidiane, di essere “sempre di corsa”: che questa situazione sia dovuta dallo sport, dalla vita vita frenetica (dovuta al lavoro o alla famiglia), o che sia semplicemente per un colpo di tosse, il corpo si trova in condizioni di aver bisogno di “più aria”, e allora la respirazione viene forzata. I due tempi che abbiamo appena visto cambiano in:

  1. Inspirazione forzata: oltre al diaframma intervengono muscoli intercostali, elevano ancora di più sterno e costole per aumentare la capacità di prendere aria.
  2. Espirazione forzata: vengono coinvolti i muscoli addominali, in questa modalità il torace si abbassa riducendo il volume addominale per avere più aria in uscita durante lo sforzo.

Può capitare di essere particolarmente stressati, o magari essere sotto altri sforzi fisici prolungati. In questo caso nella respirazione forzata saranno coinvolti altri muscoli: è il caso dei muscoli inspiratori accessori, per aumentare il volume della gabbia toracica (dagli scaleni, passando per romboidei, gran pettorale, gran dorsale fino ad arrivare al reclutamento di trapezio, elevatore della scapola, ecc.) e nell’espirazione forzata entreranno in funzione tutti gli addominali (e i trasversi dell’addome).

La respirazione diaframmatica è regolata dal centro respiratorio, alla base del cranio (midollo allungato). In sintesi, il cervello riceve dei messaggi sulla percentuale di anidride carbonica presente nel corpo. Se il livello è troppo alto, viene stimolata l’espirazione per eliminare la Co2 e inspirare nuovamente per “reintrodurre” ossigeno.

Altre funzioni del diaframma.

Abbiamo appena finito di parlare di quanto è importante il diaframma nella respirazione, e se questo si blocca, come vada a mettere in tensione una serie di muscoli ad esso associato. Il diaframma può essere artefice anche di altre problematiche. Vediamole insieme:

  • Funzione statica: se il diaframma si blocca con gli addominali: succede con gesti non premeditati, ad esempio grosso spavento. Si creerà una condizione in cui la colonna viene portata in lordosi con il l’aiuto dei muscoli psoas e trasverso. Il primo attira in avanti la regione lombare (punto fisso sul femore), con il piccolo obliquo che attira L5 in avanti. Il trasverso si contrae, mettendo in compressione gli organi addominali contro la colonna. In questo modo si va incontro a rigidità a livello lombare con “spostamento in avanti” delle vertebre lombari, portando ad iperlordosi lombare, orizzontalizzazione sacro con problemi nella cerniera L5-S1 e sacro iliache (ali iliache tenute indietro dai muscoli ischiocrurali non seguono il movimento del sacro).
  • Funzione di fonazione: Immaginiamo la nostra fonazione come uno strumento a fiato: Abbiamo la laringe che equivale all’ancia (la parte dello strumento che vibrando lo fa suonare), l’insieme buccale le chiavi (i fori che ci permettono di suonare una nota, o nell’uomo, di rendere più o meno grave la voce). Il diaframma prende il ruolo di soffietto, ovvero quello strumento che produce il soffio d’aria. Solo grazie a un’espirazione eseguita bene (e con la giusta quantità) nella laringe possiamo avere la formazione del suono che da carattere alla nostra voce. E “buttare fuori” scorie contenute all’interno del Nostro corpo (sia fisiche che psicosomatiche).
  • Funzione digestiva: il diaframma crea un “massaggio viscerale”, che aiuta nella defecazione (quindi aiuta tutte le persone affette, per esempio, da stitichezza), aiutando inoltre l’esofago (nel passaggio degli alimenti al faringe alla cavità gastrica, aiutando così la digestione).
  • Circolazione: come abbiamo visto nel paragrafo riguardante l’anatomia, il Diaframma è attraversato (per mezzo dei vari orifizi) da varie vene e il canale dell’Aorta. La sua buona funzionalità aiuta la circolazione di ritorno, ovvero il passaggio del sangue dagli arti periferici (gambe e braccia) fino al cuore, dove verrà “pulito” da tutte le scorie. Un malfunzionamento di questo muscolo porterà a stasi a livello delle gambe, creando problemi circolatori (vene varicose, cellulite, ecc.).

Sintomi e Cause

Il diaframma si blocca a causa di Traumi fisici (es. incidente stradale) o a livello psicosomatico. Il meccanismo è semplice: una deviazione o un irrigidimento della colonna vertebrale possono creare “una memoria” del trauma che se non risolto nella giusta maniera porta nel tempo a problemi come ansia, stress, paure, fobie, torcicolli, dolori al rachide, cefalee muscolo occipito-tensive, ernie lombari, mal di schiena, cervicalgia, ecc. (e viceversa).

Nel nostro caso, il diaframma può cominciare a funzionare male, e un piccolo difetto nella respirazione, moltiplicato per le miliardi di volte che ci troviamo a respirare, provocheranno le famose problematiche nelle zone anatomiche collegate con il Diaframma. Lavorare al meglio questo muscolo aumenterà il nostro Benessere e la qualità della Nostra Vita, provocando i sintomi che vedremo nel prossimo paragrafo.

Prendendo spunto dai paragrafi sulla respirazione e sui collegamenti, possiamo riassumere i segnali che il Nostro corpo ci dà quando il diaframma non lavora più bene:

  • Sensazioni di respiro/fiato corto (ventilazione polmonare). Questo aspetto è dovuto dalla vita odierna, in cui siamo sempre più abituati a fare espirazioni corte, a trattenere il fiato (in inspirazione); provocando nel tempo tensioni muscolari e/o psicosomatiche.
  • Dolori in area scapolare/cervicale/lombare/spalle. Dolori intercostali/sternali. Se il diaframma non lavora bene il Nostro corpo farà lavorare tutta una serie di muscoli accessori alla respirazione, situati nella zona del collo e della Schiena (per la spiegazione completa ritorna al paragrafo “respirazione diaframmatica”).
  • Difficoltà a digerire bene o gonfiore a livello addominale: se il diaframma è “bloccato in basso”, lo stomaco viene compresso (la famosa sensazione di “peso sullo stomaco”), come il fegato, l’intestino, la vescica e gli organi genitali interni.
  • Stasi circolatoria gambe (ad es. cellulite): collegandoci al punto precedente, se il diaframma è bloccato in basso, gli Organi non faranno più circolare bene il sangue e la linfa, “bloccando” il tutto negli arti inferiori.
  • Problemi al Pericardio/Cuore: Se il diaframma è bloccato, si irrigiderà anche il Pericardio (che avvolge il muscolo cardiaco) con dolori che possono arrivare fino alla zona del costato e al collo.
  • Sensazione di ansia.
  • Postura scorretta (presenza di iperlordosi, ipercifosi, scoliosi).

Trattamenti per il diaframma: approccio “allopatico”

Gli esercizi che abbiamo appena visto sono molto importanti: sono infatti un ottimo metodo per prendere coscienza di sé e della propria respirazione. Per accelerare lo sblocco del diaframma, o per mantenerlo nel tempo libero di poter lavorare nel modo migliore, ci sono dei Trattamenti manuali che l’operatore può usare. Condivisa da tutti è la valutazione della persona: si potrà scoprire così che, per esempio, l’incidente che abbiamo fatto molti anni prima (in cui abbiamo trattenuto il respiro per l’urto e non ci ricordavamo) ci ha provocato dei dolori cervicali e un blocco diaframmatico. O forse il lavoro pesante ci fa trattenere continuamente il fiato. In questi o in molti altri casi, l’indagine verbale e la valutazione diaframmatica ci aiuteranno a capire la causa e come respiriamo (se per esempio abbuiamo una respirazione “più toracica”) e capire la tecnica da utilizzare sul diaframma (per esempio muscolare o indiretta con esercizi).

Sarà utile anche l’utilizzo di esercizi posturali, per allungare tutto il corpo e promuovere un lavoro più “globale”.

Ricordiamoci infatti che la respirazione influisce nel miglioramento dell’apparato muscoloscheletrico, organi interni e della psiche. Ma è vero anche il contrario, ovvero che la riabilitazione e i trattamenti posturali/olistici porteranno a miglioramenti dal punto di vista della respirazione.

Diaframma: Conclusioni e benefici.

In questo articolo Vi ho illustrato l’anatomia e quali sono i numerosi collegamenti di questo muscolo così importante per il Nostro Benessere.

Trattare il Diaframma ci porterà a diversi benefici:

  • Migliora il Mal di Schiena (Lombalgia, Cervicalgia, Sciatalgia, Dorsalgia, ecc.),
  • Miglior performance sportiva (vedi respirazione),
  • Miglior ossigenazione di tessuti (vedi respirazione),
  • Miglioramento “energia” generale (meno stanchezza),
  • Diminuzione dei dolori,
  • Miglior Postura (miglioramento di ipercifosi, iperlordosi, scoliosi),
  • Migliora la respirazione, quindi l’ossigenazione dei tessuti del Nostro corpo,
  • Aiuta la circolazione del sangue,
  • Riduce stati psicosomatici (Stress, Ansia, Rabbia, Cefalee Mal di Testa, …),
  • Nausee,
  • Vertigini,
  • Dolori Pelvici,
  • Mal di Stomaco, Problematiche Gastriche, Minzione, Stitichezza, … grazie al “massaggio” che il diaframma fa agli Organi,
  • Gonfiori, edemi, formicolii, ristagno di liquidi (o cellulite) alle gambe.

Il Massaggio Posturale endogeno

I disturbi che si presentano Nostro corpo in realtà hanno origine da componenti multifattoriali, ovvero posturali, psicosomatici, alimentari. Liberare il corpo da queste costrizioni ci aiuterà a correggere la Nostra Postura, migliorare la performance sportiva e recuperare vitalità e Ben-Essere.

Il Massaggio Posturale Endogeno  permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Un esempio di lavoro che viene effettuato all’interno di una seduta è, ad esempio:

  • La prima parte eseguita su zone e aree della colonna vertebrale, addome e piedi: qui si concentrano le maggiori rigidità e problematiche. Le aree e i punti da trattare sono personalizzati.
  • Nel trattamento sintomatico è utile “l’eliminazione” dei Punti Trigger, punti che provocano il dolore, situati nel muscolo (che può essere trattato anche con manovre decontratturanti). Oltre al muscolo in sé, si tratteranno i pilastri diaframmatici e i muscoli collegati al diaframma.
  • Può essere inoltre utile il Trattamento Viscerale, visto che molti Organi sono collegati al diaframma. Ad esempio, se non viene trattato correttamente il Diaframma, la rigidità in questa zona potrebbe creare tensioni a livello intestinale, e portare anche il soggetto a creare ernie inguinali.
  • Respirare meglio può anche aiutarci a migliorare gli stati di stress , donarci un miglior rilassamento generale e migliorare la Nostra Postura.

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