Mal di schiena e ciclismo Mal di schiena e ciclismo

Mal di schiena e ciclismo.

Quanto influisce il mal di schiena nel ciclismo? Ad oggi é uno degli sport più amati e praticati in Italia: conta infatti quasi 2 milioni di appassionati.

Allo stesso tempo è anche uno degli sport più colpiti da vari tipi di problematiche. In una ricerca scientifica è emerso che i disturbi non traumatici più frequenti sono stati: dolore gluteo (33%), ginocchio (20,7%), collo e spalle (66%, con dolori soprattutto nella zona dei muscoli trapezi).

Cause generali.

Le cause generali che portano a queste problematiche sono da ricercare:

  1. Nelle vibrazioni legate alle strade malandate (ad es. piene di buche) che vengono inizialmente trasmesse al manubrio della bicicletta e poi trasferite alle braccia e alla zona cervicale del ciclista.
  2. Casco: a volte impedisce la visione della strada, con conseguente iper-estensione eccessiva del collo.
  3. Postura del sellino:  provoca iper-estensione della zona cervicale.

Cause delle problematiche cervicali nel ciclismo.

Le problematiche cervicali sono dovute alla posizione sulla bicicletta: più precisamente, dal carico che viene messo dal ciclista sulle braccia e spalle per sostenersi (e poi si trasferisce al collo).

Cause delle problematiche lombari nel ciclismo.

La rigidità e il dolore che si presentano sono dovute alle vibrazioni delle strade accidentate e al periodo molto lungo che il ciclista passa sul sellino della bicicletta.

La rigidità si presenta a livello lombare e delle anche. I muscoli più colpiti sono i glutei e i muscoli che permettono salite e gli “scatti” nelle prove a tempo.

Come prevenire le problematiche alla schiena nel ciclismo?

  • Lo stretching consiste  nell’allungamento dei muscoli e migliora la flessibilità delle articolazioni e dei muscoli, e ritarda l’affaticamento. Ci si irrigidisce perché la pedalata non permette ai muscoli di contrarsi e di estendersi completamente. I muscoli più colpiti sono gamba, polpacci e schiena.
  • Rinforzare gli addominali: addominali deboli caricano e irrigidiscono eccessivamente la zona lombare, e questo è causato dal fatto che la colonna s’incurva.
  • Postura in bicicletta: è importante verificare la distanza sella-pedale. Se la sella è troppo alta, l’articolazione sacro-iliaca sarà sottoposta a tensione eccessiva. Potete recarvi in un buon negozio di biciclette, o fare da soli: misurate la distanza tra sella e il vostro cavallo e poi moltiplicare per 0,883, tenendo conto che questo valore è ottenuto con una calzatura di 1,2 cm. In caso di calzature più alte, bisognerà aggiungere la differenza.

Se la sella dovesse essere alzata o abbassata tanto, il consiglio è quello di fare questa operazione un po’ alla volta, per permettere al corpo di abituarsi un po’ alla volta.

  • Stanchezza muscolare al collo: verificare la postura, sopratutto la distanza dal manubrio. Se troppo breve si andrà ad allungare il collo, irrigidendolo. Se troppo lungo, si tende a stare più “distesi” con la testa all’indietro e conseguentemente irrigidimento a collo e muscoli.
  • Sella: la sella dovrebbe essere posizionata orizzontalmente. Se la punta è direzionata verso il basso, il ciclista tende a scivolare in avanti. Aumentando peso e sforzi su mani braccia e spalle.
  • Piedi e pedali. Questi devono essere posizionati al meglio e avere una determinata distanza tra piede e zona lombare. Inoltre il piede, a bici ferma, dev’essere dritto (la punta guarda in avanti): una differenza nella posizione del piede è dovuto da una gamba più o meno piegata, che provoca rigidità in tutta la muscolatura dell’arto inferiore e nelle sue articolazioni.
  • Variare la posizione. Se si cambia la postura durante una corsa in bici si rilasseranno più facilmente i muscoli. Anche quelli del collo: ogni tanto si può ruotare  per ridurre la fatica e lo sforzo in questa posizione.

Massaggio Posturale Endogeno.

Il Massaggio Posturale Endogeno  permette di lavorare direttamente sulla causa del problema, grazie all’uso di una valutazione globale sul paziente (per personalizzare il percorso di Trattamenti) e delle migliori tecniche manuali della medicina occidentale e della Riflessologia.

Un esempio di lavoro che viene effettuato all’interno di una seduta è:

  • La prima parte eseguita su zone e aree della colonna vertebrale, addome e piedi: qui si concentrano le maggiori rigidità e problematiche. Le aree e i punti da trattare sono personalizzati.
  • Nel trattamento sintomatico è utile “l’eliminazione” dei Punti Trigger, punti che provocano il dolore, situati nel muscolo (che può essere trattato anche con manovre decontratturanti).
  • Può essere inoltre utile il Trattamento del diaframma che è collegato con parti del corpo come la zona lombare (quindi può essere causa di rigidità dei muscoli di questa zona e provocare come conseguenza il mal di schiena). Respirare meglio può anche aiutarci a migliorare gli stati di stress , donarci un miglior rilassamento generale e migliorare la Nostra Postura.
  • Postura che ovviamente può essere migliorata o corretta con esercizi che, oltre a donarci una migliore elasticità e mobilità, stimolano endorfine con conseguente miglior sopportazione al dolore.

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